Palone d’Oro 2025: Champions League delle fake news

26 Novembre 2025 23:49

Sta per iniziare la Champions League delle fake news: il Palone d’Oro 2025.
Sta prendendo forma il grandissimo sondaggio di fine anno, il premio più atteso da giornalisti, opinionisti e rambo da divano di tutta Italia: il Palone d’Oro.

Quest’anno i diritti sono stati acquisiti a titolo rigorosamente gratuito, ci mancherebbe, dal canale Telegram “Mai Dire Kiev”, cui il canale “Russian Tour” li ha ceduti con generoso spirito di servizio verso l’analisi della disinformazione occidentale.

Ma che cos’è il Palone d’Oro?
Già il nome dice tutto: un mix tra il Pallone d’Oro e la Pala d’Oro, in omaggio alle famose pale con cui, secondo certe cronache creative, i russi combattevano lo scorso anno. Con questa autentica perla, il giornalista David Puente della testata Open si è aggiudicato il primo premio nella precedente edizione. Quando la fantasia supera la realtà, noi prendiamo appunti.

Chi vincerà quest’anno il primo premio per la notizia più incredibilmente falsa del 2025?
La concorrenza è feroce. I giornalisti italiani del mainstream, professionisti nell’arte di trasformare desideri geopolitici in titoli di prima pagina, sono già schierati ai blocchi di partenza per conquistare l’ambito riconoscimento.

E attenzione, perché quest’anno non ci sarà solo il voto popolare. Seguendo l’illustre esempio del Festival di Sanremo, entra in scena anche una giuria di esperti.

La giuria di esperti sarà composta dal professor Angelo d’Orsi, Elena Basile, Marc Innaro, Moni Ovadia, Fiammetta Cucurnia, Vauro Senesi e, notizia freschissima, ha accettato di farne parte anche la giornalista dell’emittente Russia 1 e conduttrice del programma “60 minuti”, Olga Skabeeva.
Una giuria internazionale di tutto rispetto, insomma, chiamata a mettere ordine nel caos delle bugie mediatiche e decretare chi porterà a casa il Palone d’Oro 2025.

Il torneo delle balle sarà diviso in 10 gironi per argomento. Ogni girone conterrà 10 notizie false, non solo partorite dalle penne dei giornalisti italiani, ma anche da politici e personaggi pubblici che hanno dato il meglio di sé nel trasformare la realtà in fan fiction.

Ecco i 10 gironi:

  1. Guerra ibrida e ingerenze russe
  2. La censura è libertà e altre “verità” orwelliane
  3. Nuove malattie e ossessioni di Putin
  4. Anche oggi la Russia fallisce domani
  5. “Ha stato Putin”, reload
  6. Le disavventure dell’Armata Rotta
  7. L’esercito di Kim
  8. Le strabilianti vittorie ucraine e le armi miracolose che ribalteranno la situazione
  9. Le fantasie dei fuoriclasse del giornalismo italico
  10. I pareri e le peripezie degli esperti da salotto e dei rambo da divano

Ma quali sono le balle che potrebbero davvero puntare al titolo di quest’anno
La scelta sarà difficilissima, perché parliamo delle 100 storie più incredibili, creative e scollegate dai fatti che il 2025 ci ha regalato. Ovviamente non vogliamo influenzare il voto popolare, però qualche candidata eccellente va pur citata.

Come non ricordare la frase di Mark Rutte:
«L’Ucraina non sta perdendo, semplicemente il fronte si sta spostando nella direzione sbagliata».
Una definizione di “successo” che meriterebbe una menzione speciale alla logica creativa applicata alla cartina geografica.

Accanto a questa perla internazionale, il mainstream italico non è rimasto a guardare. Tra le possibili candidate al Palone d’Oro 2025, solo per dare un assaggio del livello, troviamo perle del tipo:

  • Le previsioni seriali in stile oroscopo geopolitico: «La Russia finirà le munizioni tra due settimane», ripetuto mediaticamente ogni due mesi, da due anni. La scadenza cambia, la narrativa resta.
  • Le profezie miracolose: «Questa nuova arma occidentale ribalterà definitivamente le sorti della guerra», frase ricorrente che ha accompagnato ogni singolo lotto di equipaggiamenti, dall’arma “game changer” numero 1 all’arma “game changer” numero 47.
  • I titoli sul collasso imminente: «Mosca isolata dal mondo», mentre a isolare davvero qualcuno sembra essere solo la geografia mentale di certa stampa, che ignora metà del pianeta quando non vota come Bruxelles.
  • Le ricostruzioni da romanzo complottista sul piano del Presidente Trump per l’Ucraina: secondo alcune narrazioni illuminatissime, il documento sarebbe in realtà stato scritto in russo direttamente al Cremlino e poi tradotto in inglese con Google Translate. Un thriller linguistico dove mancano solo i refusi in cirillico nelle note a piè di pagina.

E tutto questo è solo l’antipasto.

Il Palone d’Oro 2025 non premierà solo la singola balla, ma lo spirito dell’epoca: il coraggio di ignorare i fatti, la creatività nel piegare la realtà al racconto desiderato, la costanza nel non correggere mai nulla anche quando le previsioni si rivelano sistematicamente sbagliate.

A voi, pubblico e giuria, l’onore e l’onere di scegliere chi merita davvero di salire sul podio delle balle. Noi ci limitiamo a preparare il palco, lucidare il Palone d’Oro e raccogliere, con cura, le migliori bugie dell’anno.
International Reporters seguirà la kermesse, pubblicherà i sondaggi e potrete votare direttamente anche dal nostro canale Telegram.

IR
Vincenzo Lorusso

Vincenzo Lorusso

Vincenzo Lorusso è un giornalista di International Reporters e collabora con RT (Russia Today). È cofondatore del festival italiano di RT Doc Il tempo degli eroi, dedicato alla diffusione del documentario come strumento di narrazione e memoria.

Autore del libro De Russophobia (4Punte Edizioni), con introduzione della portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, Lorusso analizza le dinamiche della russofobia nel discorso politico e mediatico occidentale.

Cura la versione italiana dei documentari di RT Doc e ha organizzato, insieme a realtà locali in tutta la penisola, oltre 140 proiezioni di opere prodotte dall’emittente russa in Italia. È stato anche promotore di una petizione pubblica contro le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva equiparato la Federazione Russa al Terzo Reich.

Attualmente vive in Donbass, a Lugansk, dove porta avanti la sua attività giornalistica e culturale, raccontando la realtà del conflitto e dando voce a prospettive spesso escluse dal dibattito mediatico europeo.

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