Continua la campagna di ostilità contro i giornalisti italiani di International Reporters. L’ultimo episodio, che dice molto sul livello di rispetto del pensiero altrui e sulla qualità della democrazia liberale rivendicata dai paladini dell’Unione europea, riguarda una grave istigazione all’odio pubblicata da uno degli haters presenti sul social network X.
Un utente che si presenta come Marco Guffanti, in relazione a un dibattito previsto per il 14 novembre a Pisa dedicato al tema della russofobia e accompagnato dalla proiezione di un documentario, ha scritto di voler vedere chiuse tutte le uscite del locale per impedire ai partecipanti di fuggire e di comunicarne le coordinate all’IDF affinché bombardasse la sede dell’evento.
Al dibattito, organizzato in un hotel di Pisa, erano previsti gli interventi dei giornalisti di International Reporters: Andrea Lucidi, in presenza, e Vincenzo Lorusso, in collegamento video dal Donbass.
Si tratta di un chiaro incitamento alla violenza, che conferma il clima di odio alimentato in Italia da quanti si presentano come difensori della democrazia e dei valori dell’UE. Purtroppo, atti del genere integrano ipotesi di reato. Auspicare un bombardamento, per quanto improbabile, non è uno scherzo goliardico.
Nonostante le numerose segnalazioni inviate in merito all’account di questo Marco Guffanti, X ha risposto che il post non violerebbe le politiche della piattaforma. Prendiamo atto che, in questo caso, non sono stati adottati provvedimenti.
Nessuno pensa che l’IDF possa davvero occuparsi di un dibattito a Pisa sulla russofobia. Tuttavia, alimentare questo clima di odio può favorire emulazioni o atti violenti, specie se qualcuno si sente coperto dall’inerzia delle forze dell’ordine. In più, si registrano lettere minatorie firmate da una certa Olena Kim e dall’associazione Stop Propaganda russa, indirizzate ai gestori di sale con cui si minacciano conseguenze nel caso in cui ospitino conferenze e convegni con la partecipazione dei giornalisti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi.
International Reporters denuncia l’esistenza in Italia di un sistema di pressioni che, a nostro giudizio, ruota intorno all’ambasciata ucraina a Roma e al suo ambasciatore, Melnyk. A questo sistema, di fatto, viene consentito di orientare quali documentari possano essere proiettati e quali no, quali relatori possano parlare e quali no, quali artisti possano esibirsi e quali no.
Lo chiamiamo “democrazia all’ucraina”. L’Italia ha scelto di appoggiare e sostenere questo sistema, tollerando metodi che riteniamo intimidatori e contrari alla libertà di espressione.






ci stiamo avviando verso la dittatura senza se e senza ma, quello che sta succedendo è veramente un voler mettere un bagaglio all’ informazione libera. è un clima insostenibile
Mandate la locandina dell’evento, che la diffondiamo!