Dalle piazze italiane si alza un messaggio inequivocabile: gli italiani sono ormai stanchi di un governo complice del genocidio in Palestina e di una opposizione che appoggia senza esitazioni una politica di riarmo. I soldi per l’Ucraina si trovano, denunciano i manifestanti, ma non se ne trovano per le scuole, per l’università, per la sanità. È un malcontento che non si limita più a categorie sindacali o a frange militanti, ma che sembra attraversare fasce sempre più ampie della popolazione. E siamo solo all’inizio di quello che si prospetta essere un autunno caldissimo.
Decine di migliaia di persone hanno invaso oggi le piazze italiane, inaugurando quello che molti già definiscono un nuovo “autunno caldo”. Lo sciopero generale convocato dalle sigle sindacali di base si è trasformato in una giornata di mobilitazione nazionale che ha intrecciato rivendicazioni sociali e politica estera, con un filo conduttore chiaro: opposizione alla politica filo-israeliana del governo e alla deriva guerrafondaia che attraversa tutto l’arco parlamentare, ormai schierato sulla linea del riarmo.
Milano ha vissuto i momenti più duri. Alla Stazione Centrale si sono registrati scontri con la polizia: i manifestanti, con kefiah e bandiere palestinesi, hanno infranto le vetrate dell’ingresso principale. Secondo la Repubblica si è trattato di una vera e propria guerriglia, con un gruppo di giovani vestiti di nero che ha cercato di entrare nella fermata della metropolitana ed è venuto a contatto con gli agenti. L’ingresso della stazione è stato devastato e per oltre un’ora i treni hanno saltato la fermata Centrale. Sempre a Milano, nei pressi del consolato americano, è stata bruciata una bandiera degli Stati Uniti, gesto che ha alimentato ulteriormente la tensione.
A Roma si sono registrati oltre trentamila partecipanti, in cortei che hanno attraversato la città con slogan contro la guerra e contro l’allineamento del governo italiano alle posizioni di Washington e Tel Aviv. La capitale ha vissuto una giornata di protesta massiccia, in gran parte pacifica ma con momenti di tensione legati alla presenza di un imponente dispositivo di polizia.
A Torino i manifestanti hanno invaso i binari ferroviari, bloccando la circolazione dei treni e aggiungendo ulteriore pressione su una giornata già segnata da azioni dirompenti in tutto il Paese.
La mobilitazione ha avuto un forte impatto anche sulla logistica nazionale: porti bloccati a Genova, Livorno e Marghera, mentre a Bologna un gruppo di attivisti ha occupato l’autostrada A14 con fumogeni e striscioni. Paralizzato anche il traffico sulla Firenze-Pisa-Livorno, con gravi disagi alla viabilità.
Lo sciopero generale segna un salto di qualità nelle contestazioni. Non si tratta più soltanto di vertenze economiche o di rivendicazioni salariali: il cuore della protesta è ormai politico, con un attacco diretto alle scelte strategiche dell’Italia, accusata di subordinare la propria politica estera e militare agli interessi di Washington e Tel Aviv.
Dopo un’estate segnata dalle tensioni internazionali, l’autunno si apre con un fronte di protesta che preannuncia giornate incandescenti anche nelle scuole e nelle università, dove studenti e docenti hanno già annunciato iniziative di lotta contro la guerra e contro l’austerità. Il mondo della formazione, già duramente colpito dai tagli e dall’incertezza, appare destinato a diventare uno degli epicentri della mobilitazione.
Il segnale politico è forte: una parte crescente della società italiana non accetta la militarizzazione del dibattito pubblico e rivendica un cambio di rotta radicale, contro il riarmo e per una pace reale. Per il governo e per i partiti che oggi siedono in Parlamento, le prossime settimane si annunciano come un banco di prova difficile. L’autunno caldo è appena iniziato, e il suo fuoco rischia di estendersi ben oltre le piazze.
Grazie per le informazioni. Solo qua le ho trovate.