Maria Zakharova torna al centro del dibattito in Italia. Le dichiarazioni della portavoce del Ministero degli Esteri russo, rilasciate in un’intervista a Ekaterina Yakovleva, direttrice di RT Documentary e produttrice generale del festival internazionale “RT.Doc: Time of Our Heroes”, sono state riprese oggi dalla stampa italiana. Un estratto è apparso sui quotidiani La Stampa e La Repubblica, mentre la versione integrale è stata diffusa sul nostro canale YouTube e rientra in un dialogo più ampio in cui la portavoce del Ministero degli Esteri russo affronta il tema della russofobia in Italia.
A fine luglio in Italia scoppiò la polemica per l’inserimento delle dichiarazioni di tre esponenti politici italiani (Mattarella, Tajani e Crosetto) in una lista stilata dal Ministero degli Esteri russo, che riportava le affermazioni russofobe di vari leader europei.
Già a febbraio c’era stata una precedente controversia, dopo che Maria Zakharova definì blasfeme le dichiarazioni del Presidente italiano Sergio Mattarella, che aveva paragonato le azioni del Terzo Reich nazista a quelle della Federazione Russa nell’ambito dell’operazione militare speciale in Ucraina.
Se però si ritiene che l’intervista di Zakharova rappresenti un attacco all’Italia, si commette un errore. In realtà, questo contributo farà parte del secondo film prodotto da RT, sempre diretto da Oleg Nekishev, dedicato alla Resistenza italiana.
Il primo documentario, dal titolo Resistenza Italiana. Primo film: La lotta, è stato presentato in anteprima al primo festival del cinema documentario di RT in Italia, il 30 maggio a Gorizia. Racconta come gli italiani stiano resistendo al clima di censura che colpisce tutti gli eventi non allineati alla narrazione dominante imposta dai media mainstream e dalla politica interna.
La versione italiana del documentario Resistenza italiana è disponibile a questo link.
In un viaggio che tocca Mosca, Lugansk, Roma, Bologna, Verona e Milano, Oleg Nekishev incontra associazioni che organizzano proiezioni di documentari sul Donbass, gruppi musicali come la Banda Bassotti, che dal 2014 portano la solidarietà internazionale in questa terra, e documentariste come Sara Reginella, impegnata a far conoscere in Italia una diversa versione dei fatti. Il film, in lingua russa, è stato trasmesso anche a giugno sulla televisione nazionale Russia24.
Nel secondo documentario, attualmente in lavorazione, Nekishev affronta invece il tema della russofobia. Una parte sarà dedicata anche al mio libro De russophobia (edizioni 4punte), che giovedì 4 dicembre verrà presentato alla Casa Russa di Roma, insieme alla proiezione del documentario di RT Russofobia. Storia di un odio.
Nella lunga intervista curata da Ekaterina Yakovleva, Maria Zakharova stabilisce un forte parallelismo tra i partigiani che combatterono il fascismo durante la Seconda guerra mondiale e tutti coloro che oggi si oppongono alla censura e alla russofobia in Italia.
Zakharova auspica che gli italiani possano rialzarsi da soli e che altri seguano l’esempio di questa nuova Resistenza, opponendosi a una politica calata dall’alto che, come accadde durante il fascismo, inocula nel popolo il virus dell’odio contro tutto ciò che è russo.
Una Resistenza contro chi vorrebbe trascinare nuovamente l’Italia in guerra con la Russia. Una Resistenza che si attivi prima che sia troppo tardi, prima che le madri italiane si trovino a piangere i propri figli tornati in una bara, avvolta dal tricolore.
È questo il senso della frase che i due quotidiani citati non hanno colto, o non hanno voluto cogliere: “La russofobia imposta dall’alto porta enormi costi e problemi alla stessa Italia”.
La russofobia, l’odio verso tutto ciò che è russo, fa parte di un progetto articolato che ha come primo obiettivo la costruzione di un nemico esterno. La censura, la criminalizzazione del dissenso e l’aumento delle spese militari sono i cardini di questa strategia, per convincere gli italiani ad accettare di morire per Bruxelles, o peggio ancora per Kiev.
Eppure l’autunno è ormai alle porte, e con esso il rischio che la rabbia sociale esploda. Le manifestazioni contro il riarmo, contro il genocidio in Palestina e contro l’Unione Europea potrebbero presto travolgere la politica guerrafondaia italiana, sempre più sorda alle istanze popolari e sempre più allineata a interessi stranieri.