Spasskaya Tower: l’Italia tra gli amici della Russia al Cremlino

27 Agosto 2025 14:59

Sullo sfondo delle mura del Cremlino è tornata la Spasskaya Tower, il festival che ogni anno trasforma la Piazza Rossa in un palcoscenico unico. Bande militari di diversi Paesi si esibiscono non per sfidarsi con le armi, ma per conquistare il pubblico con musica e coreografie.

Sul palco si alternano marce solenni, musica classica, canti popolari, esibizioni folk e arrangiamenti moderni. Giochi di luci, danze e scenografie accendono la notte moscovita, accompagnate da applausi fragorosi.

Ogni gruppo viene presentato come “amico della Russia”.
Nessuna sorpresa per Paesi come Bielorussia, Mongolia, Emirati Arabi, Zimbabwe, Repubblica Serba, Burkina Faso o Etiopia.
Diverso l’effetto quando è entrata in scena la rappresentativa italiana, accolta con particolare entusiasmo.
Non possiamo negare che l’ingresso dei rappresentanti italiani abbia suscitato in noi una grande emozione: rivedere simbolicamente il tricolore italiano accanto al tricolore russo ci ha donato la speranza che i nostri tentativi di mantenere quel ponte culturale tra i due Paesi non siano destinati al fallimento, ma possano anzi fungere da preludio a nuove collaborazioni politiche e commerciali tra Italia e Russia.

Questa volta gli ambasciatori improvvisati sono stati gli Sbandieratori Storici delle Contrade di Cori (Latina). Non era la loro prima volta: avevano già partecipato allo Spasskaya Festival nel 2011 e nel 2014, oltre a esibirsi alle Olimpiadi di Parigi, in Vaticano e in numerosi festival internazionali.

La loro presenza, a tre anni e mezzo dall’inizio dell’operazione militare speciale, ha un valore simbolico evidente. Dimostra che l’Italia non coincide con la russofobia che domina l’Unione Europea. Non sono le istituzioni a rappresentare gli italiani, ma cittadini che scelgono di mantenere rapporti di amicizia con il popolo russo.

Il rischio, al ritorno, è di subire attacchi, come già accaduto all’artista napoletano Jorit. I suoi murales, da Mariupol a Napoli, sono diventati bersaglio di polemiche e linciaggi mediatici, nonostante il messaggio fosse di pace e memoria. Celebre la richiesta della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno di imporre sanzioni personali contro di lui, colpevole solo di essersi fotografato con il Presidente Putin durante il Festival della Gioventù a Sochi.

È probabile che anche gli sbandieratori di Cori abbiano previsto simili critiche, forse persino l’ipotesi di sanzioni. Hanno scelto comunque di lanciare un guanto di sfida ai guerrafondai da divano. La loro esibizione in Piazza Rossa è stata un atto di coraggio, un segnale di resistenza culturale contro la russofobia e la retorica bellicista dei soliti noti, da Pina Picierno a Carlo Calenda.

Alla serata inaugurale eravamo presenti anche noi: un ampio reportage con le esibizioni è disponibile sul nostro canale YouTube. Tra le performance più suggestive, quella della Banda della Polizia degli Emirati Arabi, che ha unito brani patriottici russi a sonorità mediorientali, creando un intreccio originale tra melodie sahariane e canti popolari della Grande Guerra Patriottica.

Il festival, inaugurato il 22 agosto, si concluderà il 31 con la cerimonia di chiusura. I biglietti restano disponibili sul sito ufficiale.

IR

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