Anche quest’anno, Genova ha reso omaggio alla fine della Grande Guerra Patriottica e alla sconfitta del nazismo, partecipando attivamente alle celebrazioni del 9 maggio dove è stato ricordato anche il partigiano sovietico Fëdor Poletaev. Più di cento persone, tra cittadini genovesi e membri delle comunità dei Paesi ex-sovietici, hanno preso parte alla marcia del Reggimento Immortale presso il cimitero monumentale di Staglieno, organizzata dal Consolato Generale della Federazione Russa.
L’iniziativa ha testimoniato la continuità del legame tra Genova e la memoria antifascista dell’Unione Sovietica. Non è casuale: Genova fu la prima città in Italia dove le truppe tedesche si arresero direttamente ai partigiani, riconoscendo il ruolo del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale.
Tra i partecipanti anche rappresentanti della comunità ucraina, che hanno sfilato sotto la bandiera della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, prendendo le distanze dal regime nazionalista salito al potere a Kiev nel 2014. Un gesto significativo in un momento in cui le ostilità tra Kiev e Mosca continuano, e in cui molti ucraini all’estero trovano il coraggio di esprimere opinioni divergenti nonostante minacce e intimidazioni.
La marcia si è conclusa davanti al monumento dedicato a Fëdor Poletaev, collocato nell’ala di Staglieno riservata ai caduti della Resistenza. Poletaev, Eroe dell’Unione Sovietica e Medaglia d’Oro al Valor Militare della Repubblica Italiana, è simbolo del legame storico e umano tra i popoli.
Chi era Fëdor Poletaev
Nato nell’oblast di Rjazan’ nel 1909, Poletaev combatté nella battaglia di Mosca, sul Don e infine a Stalingrado, dove venne ferito e catturato. Deportato in vari campi in Ucraina, Polonia e Croazia, tentò più volte la fuga fino a riuscire ad unirsi ai partigiani italiani in Piemonte. Si unì alla Brigata Garibaldi e partecipò a numerose operazioni contro le truppe naziste.
Il 2 febbraio 1945 perse la vita in uno scontro contro la Legione del Turkestan nel borgo di Cantalupo Ligure. Fu l’unico caduto partigiano in quell’azione, ma il suo sacrificio salvò molti dei suoi compagni. Oggi riposa tra i caduti della Resistenza italiana, come testimone della lotta comune tra i popoli.