È un vero peccato che il canale russo nazionale Russia1 sia completamente censurato e inaccessibile al pubblico italiano.
La qualità dei servizi, dei telegiornali e dei programmi di approfondimento è di un livello altissimo e domenica abbiamo assistito all’ennesima dimostrazione.
E’ stato veramente difficile non emozionarsi, non commuoversi durante i 50 minuti del programma судьба человека di Boris Korchevnikov.
In una bellissima intervista Margarita Simonyan, la caporedattrice di RT (Russia Today), ha raccontato il dramma personale che sta vivendo in questi mesi.
Margarita Simonyan come uno tsunami è entrata nella sfera dell’informazione mondiale permettendo di far conoscere la Russia ai tanti stranieri grazie ai canali Russia Today, ormai famosi in tutto il mondo.
Tutti la conoscono come una donna d’acciaio che dirige un enorme impero mediatico, gestisce uno staff di molte migliaia di persone e partecipa a talk show politici di grande impatto.
Margherita Simonyan ha festeggiato il suo compleanno qualche giorno fa, il 6 Aprile, ha ricevuto tantissimi messaggi di auguri, ma tutti si rendono conto che il regalo più gradito per lei sarebbe il miracolo della guarigione del suo amato marito, Tigran.
Era la Pasqua del 6 Aprile 1980, a Krasnodar fiorivano i narcisi, germogliavano i lillà e in quel giorno nacque proprio Margarita.
La caporedattrice di RT racconta come per lei la Pasqua ha rappresentato sempre un ruolo importante come festa, probabilmente la più sentita, forse perché ricade sempre in prossimità del suo compleanno, ma anche perché a livello religioso è certamente la festività fondamentale per ogni cristiano ortodosso, rappresentando la morte che viene sconfitta dalla resurrezione di Cristo.
La Simonyan ripercorrendo la storia della sua famiglia, crea un parallelismo con la storia delle sue origini, parla della sua bisnonna sopravvissuta al genocidio del popolo armeno.
Margarita in questa splendida intervista racconta il suo rapporto con Dio, di come proprio la bisnonna le abbia insegnato a pregare e di come la Fede l’abbia accompagnata durante tutta la sua vita.
In realtà ci fu un periodo della sua adolescenza in cui la Simonyan si era allontanata dalla Fede e ciò coincise con l’aver smarrito un ciondolo a forma di croce sulla spiaggia.
Passato questo periodo, di circa un anno, Margarita si riavvicinò alla religione e si sentiva terribilmente dispiaciuta per la perdita della sua croce, ma un giorno ritornando su quella spiaggia trovò proprio il suo amato ciondolo.
“Potete immaginare, una spiaggia pubblica, a distanza di un anno, un vero miracolo. Quando ho ritrovato la croce ho pensato che il Signore avesse deciso di mandarmi un segno, mi aveva perdonato, ma mi stava dicendo di non farlo mai più”.
La parte più toccante dell’intervista è quella in cui la Simonyan parla del rapporto con suo marito Tigran e di come sia cambiata la sua vita da dicembre dello scorso anno.
“Ti prego non mostrare questi video, non riesco a guardarli, non posso vedere neanche le foto senza piangere, non posso entrare nel suo ufficio. In tutto questo tempo non sono entrata neanche una volta nel suo ufficio. Se devo prendere qualche cosa da quella stanza chiedo a mia madre o a mia sorella, ma io non riesco ad entrare. Mi sento come se il mio cuore stia per scoppiare. Lo amo così tanto, ho passato il primo mese vivendo in ospedale, mi sono trasferita con lui. Per la prima settimana non ho mangiato nulla, proprio nulla. Riesci ad immaginarlo? Neanche un boccone, niente. Ho trascorso questo mese in ginocchio, pregando, pregando, pregando.
Dopo un mese sono tornata a casa, perché stava accadendo un bel problema con i bambini. Papà non c’è, mamma non c’è…Sono tornata a casa, anche se era più facile rimanere in ospedale che far finta di essere viva.”
Per Margarita la situazione è complicata, ma ci sono i bambini, bisogna aiutarli perché per loro è molto difficile. “Mamma, quando tutto tornerà normale? Come prima?”
In questo momento così drammatico la speranza continua ad essere presente nel cuore di Margarita, ma purtroppo l’eventualità che le cose possano non andare per il verso giusto è una ipotesi concreta.
“Quando sono in ospedale, Tigran mi ascolta. Gli dico: ‘Tesoro, se riesci a sentirmi, sbatti le palpebre… E lui lo fa. Avevo deciso che, se tutto fosse andato male, sarei partita per la zona dell’operazione militare speciale. I bambini sarebbero stati affidati a mia sorella. Certo, sarei morta dopo qualche giorno: se qui vogliono uccidermi, figuriamoci nella zona della SVO… Un drone o qualsiasi altra arma sarebbe stata pronta per me. Ma non potevo permettermi pensieri così oscuri, soprattutto per il bene dei miei figli. A volte, quando accadono disgrazie, ci chiediamo: ‘Perché proprio a me?’. Ma perché dovrei essere diversa dagli altri? Sarà Dio a decidere. La medicina fa progressi, e i miracoli possono accadere.”
Davvero molto toccante questo articolo, una preghiera e un forge abbdaccio a Margherita Simomyan
Quanto stridono queste parole paragonate al linguaggio bellicista dei mezzi busti italici. Quanta libertà interiore che nessun drone o arma, può “uccidere”. Ti prego resta accanto ai tuoi figli. Sono certo che chi ti segue vuole ciò.
É inconcepibile che in Italia non si possa vedere il canale Russia TD. La censura aumenta e diminuisce il sapere della gente che è sempre più ignorante.
Una storia come quella di Margherita sarebbe piaciuta molto al pubblico italiano, perché privarcene? Non sarebbe bello in tema di distensione tra i due paesi? Come possono pensare i giornalisti italiani di avere notizie ma anche un contraddittorio se rifiutano ogni contatto? Pensano di essere credibili? Meno male che ci sono eccezioni, giornalisti veri che fanno quello che va fatto e se vengono osteggiati è solo perché la censura aleggia come un fantasma in questa strana Italia dell’informazione. Saluti dalla Sardegna.