Byoblu, conti congelati

Byoblu, conti congelati. Dopo Visione TV la pressione sui media “scomodi” passa dalle banche

Ieri Claudio Messora, fondatore di Byoblu, ha annunciato che i conti dell’emittente sono stati congelati. Secondo la sua ricostruzione la cifra bloccata supera i 200 mila euro. Il video diffuso dal canale rivendica il diritto di fare giornalismo libero e di poter ospitare anche le voci più controverse. La vicenda arriva dopo mesi di polemiche seguite all’ospitata in videocollegamento del conduttore russo Vladimir Soloviev e alla campagna pubblica della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che aveva chiesto l’oscuramento dell’emittente.


Il punto non è solo la polemica politica. È l’uso della leva bancaria come strumento di pressione sulle testate che si collocano fuori dal mainstream. Un precedente c’è già stato. Ad inizio anno Visione TV, la piattaforma diretta da Francesco Toscano, si è vista chiudere i conti. In quel caso, nel dibattito pubblico, era stata tirata in ballo anche la collaborazione con il sottoscritto e con il reporter Giorgio Bianchi. Collaborazioni sempre rendicontate nel pieno rispetto della legge. Resta il fatto che, tra sospetti e pretesti, la decisione finale è ricaduta sul rapporto banca cliente, con l’effetto immediato di paralizzare l’operatività finanziaria del media.


Byoblu oggi descrive uno scenario simile. Non risultano, al momento, atti giudiziari resi pubblici che spieghino nel dettaglio la misura, né comunicazioni puntuali dell’istituto interessato. È proprio qui che si apre il problema. Quando una testata che trasmette sul digitale terrestre e vive di donazioni e abbonamenti perde l’accesso al proprio denaro, la sanzione reale non è simbolica. È un colpo alla possibilità stessa di lavorare, pagare gli stipendi, produrre contenuti, tenere accese le luci dello studio.


Il nodo politico è evidente. L’interrogazione presentata in primavera da Pina Picierno dopo l’intervista a Soloviev ha riportato la discussione sul confine tra libertà di informazione e applicazione del regime sanzionatorio. La legge consente di raccontare la realtà anche attraverso voci che non piacciono, purché si rispettino norme e divieti chiari. Se, però, l’asticella si sposta dal tribunale al conto corrente, la discrezionalità rischia di amplificarsi. E il messaggio che passa è semplice. Se non rientri nella cornice accettabile, rischi di essere escluso dal circuito finanziario.
Non si tratta di assolvere o condannare queste emittenti sul piano editoriale. Ognuno giudichi contenuti e scelte. Si tratta di pretendere trasparenza e regole verificabili quando si colpisce la loro operatività economica. Qual è la base giuridica del blocco? Sono state notificate contestazioni formali? L’eventuale richiamo a norme antiriciclaggio o sanzioni è stato esplicitato e motivato con degli atti? Quali garanzie minime esistono perché un organo di informazione registrato non venga messo nell’impossibilità di lavorare senza un provvedimento chiaro?


In Italia il tema del de-banking non è nuovo. Negli ultimi anni è cresciuto il numero di realtà, non solo mediatiche, che denunciano chiusure di conti o rifiuti di apertura in assenza di contestazioni penali. Le banche ricordano che i contratti consentono il recesso unilaterale e che gli obblighi di compliance impongono prudenza. Ma quando in mezzo ci sono giornali, tv e piattaforme di informazione, la questione non è meramente contrattuale. Riguarda il pluralismo.


Il caso Byoblu, dopo Visione TV, merita risposte rapide e pubbliche. È legittimo discutere delle scelte editoriali di chiunque. È doveroso, però, che eventuali misure che incidono sulla sopravvivenza economica di una testata passino per canali trasparenti, con motivazioni verificabili e possibilità di una tutela effettiva. Perché un sistema che pretende di essere una democrazia matura non difende la libertà di stampa a geometria variabile. La difende proprio quando è scomoda.

IR
Andrea Lucidi - Андреа Лучиди

Andrea Lucidi - Андреа Лучиди

Reporter di guerra, ha lavorato in diverse aree di crisi dal Donbass al Medio Oriente. Caporedattore dell’edizione italiana di International Reporters, si occupa di reportage e analisi sullo scenario internazionale, con particolare attenzione a Russia, Europa e mondo post-sovietico.

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