A Paderno Dugnano, nell’hinterland milanese, un’intera famiglia è stata cancellata in una notte. Un ragazzo di diciassette anni ha ucciso i genitori e il fratellino di dodici anni, lasciando dietro di sé un vuoto che ha travolto non solo i parenti, ma l’intera comunità locale. La vicenda, già di per sé terribile, nelle motivazioni della sentenza, pubblicate di recente dalla stampa, acquista contorni ancora più inquietanti.
La giudice Paola Ghezzi ha scritto che il giovane coltivava l’idea di eliminare i legami familiari per poter intraprendere un nuovo percorso: arruolarsi nell’esercito ucraino. A questo si aggiunge la fascinazione per il nazismo, l’ossessione per un immaginario di forza e purezza, e un piano che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto garantirgli la libertà assoluta.
Il richiamo della guerra
La storia di Paderno Dugnano non è solo un caso di cronaca nera. È anche il riflesso di un fenomeno che attraversa l’Europa. La guerra in Ucraina, raccontata sui social e in canali di propaganda, diventa per alcuni giovani fragili un richiamo irresistibile. Viene dipinta come un’avventura, una prova di coraggio, una via per conquistare una identità e senso proprio.
Il ragazzo milanese non era un combattente, ma sognava di diventarlo. Nel suo mondo interiore, distruggere la famiglia significava tagliare l’ultimo vincolo con la vita di tutti i giorni e aprirsi a quella nuova esistenza che aveva idealizzato.
Patologie e ideologia
Gli psicologi che lo hanno analizzato hanno parlato di disturbi della personalità, difficoltà a gestire emozioni e rapporti. Ma i giudici hanno stabilito che fosse lucido, capace di intendere e di volere. Non un gesto compiuto nel delirio, quindi, ma un progetto costruito con freddezza, alimentato da ideologie estreme e da un richiamo bellico che non lasciava spazio a legami umani.
Il risultato è stato devastante: una famiglia annientata e un ragazzo che passerà i prossimi vent’anni dietro le sbarre.
Una ferita che riguarda tutti
A Paderno Dugnano i vicini parlano ancora con incredulità. Nessuno aveva notato segnali di una tragedia simile. La villetta di via della Repubblica è oggi il simbolo di quanto accaduto, un luogo che racconta meglio di qualsiasi parola lo strappo che si è consumato.
Questa vicenda ci interroga su come certe narrazioni, la guerra trasformata in mito, l’arruolamento dipinto come un’occasione di riscatto, possano penetrare nelle case europee, dove possono trovare ragazzi fragili, in cerca di identità o di appartenenza.
L’orrore di Paderno Dugnano non è solo una pagina di cronaca. Ci mostra come la combinazione di propaganda, ideologia e fragilità personali possa trasformarsi in una miccia capace di esplodere anche dentro le mura di casa.
non si capisce quando è avvenuto il fatto. La data dell’articolo è 3 ottobre 2025, ma non ho sentito nulla di ciò nei vari tg .
Nei giorni scorsi sono uscite le motivazioni della sentenza, ma il fatto è dello scorso anno.
Articolo molto interessante. Ciò che è accaduto è un segnale inquietante della situazione del nostro tempo, soprattutto tra i giovani, e ci fa capire almeno due cose: 1) Il vuoto di “Valori” della attuale civiltà europea e l’erosione di ogni legame si solidarietà prodotta dal consumismo; 2) il potere devastante della propaganda.