Intervision 2025: la musica del multipolarismo sfida i doppi standard occidentali

18 Settembre 2025 20:54

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta il blocco socialista organizzò un proprio festival musicale internazionale: l’Intervision Song Contest.
Era la risposta orientale all’Eurovision dell’Europa occidentale. In piena Guerra fredda anche la musica diventò terreno di confronto politico e culturale.
L’OIRT, l’Organizzazione Internazionale di Radio e Televisione, decise di creare un’alternativa all’Eurovision, affidandola alla Polonia e legandola al Festival Internazionale della Canzone di Sopot.

La prima edizione si svolse nel 1977 a Sopot, affacciata sul Baltico. La formula era simile a quella dell’Eurovision: ogni Paese portava una canzone e un artista a rappresentarlo.
A sfidarsi però non erano Italia, Francia o Regno Unito, ma URSS, Cecoslovacchia, Germania Est, Ungheria, Bulgaria, Polonia e Cuba, con la Finlandia e qualche altro ospite occidentale a fare da ponte tra i due blocchi.
Il festival divenne famoso anche per le trovate spettacolari: celebre rimase il sistema di votazione “a luci”, con il pubblico degli hotel che accendeva o spegneva le lampade delle stanze per esprimere preferenze. Un metodo pittoresco e poco trasparente, ma che contribuì a rendere l’evento unico.

Il Festival di Sopot mantenne comunque un respiro internazionale e invitò anche artisti italiani. Negli anni Settanta e Ottanta vi si esibirono Al Bano e Romina Power, accolti con entusiasmo dal pubblico, ma anche i Ricchi e Poveri, Drupi e, più avanti, Riccardo Fogli e Toto Cutugno. Non erano concorrenti ufficiali dell’Intervision, bensì ospiti speciali nelle serate del festival. La loro presenza contribuì a diffondere la popolarità della canzone italiana oltre la cortina di ferro, dimostrando che la musica poteva restare un linguaggio comune anche in un’epoca segnata da forti divisioni politiche.

Con il crollo dell’URSS il festival scomparve e l’ultima edizione si tenne nel 1980. Dopo oltre quarant’anni, sabato 20 settembre 2025 l’Intervision tornerà con 21 artisti di altrettanti Paesi. Sarà un appuntamento interessante non solo per la novità del ritorno, ma anche per la contrapposizione con l’Eurovision: mentre lì la maggior parte degli artisti canta in inglese, all’Intervision ogni partecipante si esibirà nella propria lingua madre, esaltando tradizioni, culture e identità nazionali. È un riflesso della contrapposizione tra mondo unipolare e mondo multipolare, che oggi si gioca non solo nella geopolitica ma anche sul palcoscenico musicale. In Russia l’evento sarà trasmesso in diretta su Channel One Russia e disponibile online tramite VK Video, che proporrà anche contenuti esclusivi e il dietro le quinte.

Da segnalare la presenza di un’artista statunitense, la cantante VASSY, scelta per rappresentare gli USA: un fatto che mostra la volontà di aprire il festival anche a Paesi lontani dall’orbita russa. Per la Federazione Russa ci sarà Shaman con il brano Pryamo po serdtsu (“Dritto al cuore”), già amatissimo in patria. Dalla Bielorussia arriverà Motylyok (“Falena”) della giovane Nastya Kravchenko, dall’Etiopia Halaala di Netsanet Sultan e dal Kenya Flavour di Sanaipei Tande, brani che porteranno sul palco colori e sonorità diversi. E come in tutti i festival musicali che si rispettino non sono mancati gli scandali: il rappresentante dell’Egitto, Mustafa Saad, aveva presentato già in agosto una canzone preparata per la Russia, ma si è scoperto che il brano era stato scritto due anni fa e non rispettava il regolamento. Alla fine è stato costretto a sostituirlo: al posto di Un’altra volta canterà Tra tutte le ragazze.

Purtroppo mancheranno gli ospiti italiani che durante gli anni della divisione in due blocchi rappresentavano un ponte culturale. Ora una nuova cortina di ferro si sta alzando, l’Europa sempre più guerrafondaia ha individuato nella Federazione Russa il nuovo nemico e mancano leader capaci di costruire rapporti con l’Est. Una volta c’erano Craxi e Berlinguer, oggi ci ritroviamo con Calenda e Renzi.

Questa nuova edizione del Festival Intervision sarà quindi una chiara risposta all’esclusione discriminatoria, razzista e russofoba che da tre edizioni colpisce la Federazione Russa, esclusa dall’Eurovision. Un’esclusione ancora più assurda se confrontata con la presenza costante di Israele: a Gaza Israele sta compiendo un genocidio sotto gli occhi del mondo, cosa che non sta certamente avvenendo in Ucraina. Ecco la misura dei doppi standard occidentali, dove la russofobia infetta non solo il panorama politico, ma anche quello culturale, dell’arte e della musica.

IR

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