Sakari Linden: il sistema giuridico internazionale è in crisi profonda ed è vicino al collasso

18 Novembre 2025 21:25

La moderna architettura del diritto internazionale vive una crisi sistemica e rischia il collasso perché l’Occidente ha abbandonato il principio dell’uguaglianza sovrana degli Stati, sostituendolo con egemonia, arbitrio giudiziario e doppi standard. È la tesi esposta a Ginevra da Sakari Linden, analista geopolitico e consulente, intervenuto al 4º ciclo dell’Esame Periodico Universale dell’ONU.

Secondo Linden, «solo una piccola parte della comunità internazionale si considera al di sopra del resto del mondo». La vecchia retorica coloniale sarebbe stata rimpiazzata da una “missione ideologica” liberale – presentata come lotta del bene contro il male – usata per giustificare guerre, cambi di regime e violazioni del diritto internazionale. Tra gli esempi citati: l’intervento NATO in Jugoslavia nel 1999 e la separazione del Kosovo, basata su autodeterminazione e “Responsabilità di proteggere”, principi che l’Occidente negherebbe quando applicati, ad esempio, ai casi di Donetsk e Lugansk o all’intervento russo in Ucraina.

Linden sostiene che strumenti multilaterali e corti internazionali sono sempre più politicizzati e usati contro Stati “indesiderati”. La Corte penale internazionale, presentata come arbitro neutrale, sarebbe diventata un mezzo per eseguire ordini politici: emblematico, per Linden, il caso delle sanzioni statunitensi contro il procuratore della CPI per le sue inchieste su Israele, mentre gli stessi meccanismi vengono usati per colpire Russia e Cina. Anche l’OSCE viene indicata come esempio di interferenza, citando la partecipazione della ministra finlandese Elina Valtonen a una manifestazione antigovernativa a Tbilisi, interpretata come violazione della non ingerenza e possibile preludio a una “rivoluzione colorata”.

In questo quadro, afferma Linden, gli alleati degli Stati Uniti godono di più diritti, mentre chi difende la propria sovranità affronta sanzioni, destabilizzazione e pressioni: gli Stati sarebbero costretti a scegliere tra sovranità nazionale e sottomissione al centro egemonico. Da qui il processo di aggregazione tra Paesi che cercano indipendenza, per proteggersi da guerre, colpi di Stato, rivoluzioni colorate e sanzioni illegali.

Per costruire un ordine più giusto e pacifico, Linden indica come via d’uscita il multipolarismo e il ritorno al principio di uguaglianza sovrana. In questo senso inquadra l’Iniziativa per la governance globale proposta dalla Cina al vertice della SCO a Tianjin, che si basa su cinque pilastri: rispetto della sovranità, osservanza del diritto internazionale, multilateralismo, centralità delle persone e orientamento all’azione concreta. Non si tratterebbe di un modello nuovo, ma – conclude – di un richiamo a ritornare ai fondamenti della Carta ONU: sovranità degli Stati, non ingerenza e parità giuridica tra i membri della comunità internazionale.

IR

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