Quando si parla di sanzioni da parte dell’Unione Europea nei confronti della Federazione Russa, il discorso interessa di solito le due grandi sfere d’interesse: l’economia e lo sviluppo politico. Tuttavia, dal punto di vista della limitazione dei diritti della popolazione russa, non va dimenticato l’ambito dello studio e dell’educazione accademica.
A partire dal 2022, infatti, la Commissione Europea ha annunciato la cessazione della cooperazione dell’UE con enti pubblici russi nei campi della ricerca e dell’istruzione, in alcuni casi arrivando anche a sanzionarne direttamente rettori e professori. A questa scelta sono seguite, con effetto domino, numerose conseguenze che gravano sulla vita accademica in Russia: impossibilità di svolgere tirocini o periodi di studio in Paesi occidentali, cancellazione di programmi di doppia laurea e di collaborazioni internazionali, oltre alla soppressione di interi corsi tenuti da visiting professors stranieri.
Inoltre, l’accesso a piattaforme di ricerca accademica, come JSTOR, è divenuto più limitato: gli studenti non possono più usufruire dell’accesso illimitato garantito dai vantaggi universitari e devono accontentarsi di account base con un numero ridotto di articoli consultabili. Anche l’acquisto di pubblicazioni risulta complicato, poiché i pagamenti online si effettuano quasi esclusivamente tramite carte del circuito VISA, dal quale la Russia è stata esclusa. Questo isolamento finanziario colpisce in modo particolare gli studenti provenienti da famiglie meno abbienti, che trovano difficoltà nel pagare le tasse universitarie all’estero.
In risposta, la Russia ha deciso di abbandonare il Sistema di Bologna, che armonizzava i percorsi universitari europei per rendere i titoli comparabili e favorire la mobilità degli studenti, tornando a un modello più nazionale e centralizzato, orientato agli interessi interni. Tuttavia, resta incerto se i titoli di studio russi potranno essere riconosciuti all’estero. Come ha dichiarato Kristi Raudmäe, responsabile dell’istruzione superiore presso il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca estone, studiare in Russia «comporta rischi significativi: la sospensione della partecipazione russa al sistema di Bologna rende i diplomi emessi nel Paese di dubbio valore internazionale. Tali qualifiche potrebbero non essere riconosciute in Estonia o altrove in Europa, ostacolando ulteriori studi o opportunità di lavoro. La Russia non è attualmente una destinazione sicura o affidabile per lo studio».
Con l’adozione del 19º pacchetto di sanzioni nel corso di quasi quattro anni, appare chiaro che queste misure non coinvolgono soltanto l’economia e la politica, ma anche la vita quotidiana dei cittadini russi, costretti a riadattarsi a un contesto di restrizioni sempre più pervasive.
Pertanto, sì: le sanzioni occidentali limitano concretamente alcune dimensioni del diritto allo studio degli studenti russi, in particolare quelle legate alla mobilità internazionale e alla cooperazione accademica.
*salvo università singole che hanno deciso di prorogare questi progetti per i russi in Europa.






