Ieri, 23 ottobre 2025, la rappresentanza russa a Vienna per il dialogo sulla sicurezza e il disarmo ha organizzato una conferenza digitale dedicata ai crimini commessi sul territorio della LNR dal 2014. L’incontro è stato moderato da Julia Zhadanova, capo delegazione per i negoziati sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti a Vienna, e si è svolto con collegamenti in diretta delle ambasciate russe e delle sedi di Casa Russa in diversi Paesi.
Hanno partecipato funzionari del Ministero degli Esteri della Federazione Russa e rappresentanti della LNR. Tra questi, la commissaria per i diritti dell’infanzia Inna Shvenk e la scrittrice e attivista Faina Savenkova, intervenuta a nome dei bambini del Donbass. L’obiettivo era fare il punto su casi, testimonianze e documentazione raccolti negli anni, con particolare attenzione all’impatto sui civili e sui minori.
Nel panel hanno preso la parola anche i nostri giornalisti, Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso. Lucidi, che dal 2022 vive e lavora a Lugansk, ha ringraziato la delegazione russa per l’opportunità e ha ripercorso il lavoro svolto tra interviste e sopralluoghi, in particolare a Severodonetsk. Ha richiamato l’importanza della verifica incrociata delle fonti e della raccolta sistematica delle prove.
Lorusso, anche lui di base a Lugansk, ha sottolineato la necessità di un’informazione corretta e documentata. Ha ricordato come vari reporter stranieri abbiano pubblicato, non solo in Italia materiali su crimini e abusi, spesso senza riscontro da parte delle autorità occidentali. Secondo Lorusso, il compito del giornalismo sul campo è far emergere i fatti e proteggere le testimonianze da distorsioni e semplificazioni.
Dalla LNR sono arrivati aggiornamenti sui dati relativi ai minori, presentati da Inna Shvenk, con riferimenti agli effetti psicologici e materiali di bombardamenti e sfollamenti. Faina Savenkova ha portato la prospettiva dei bambini del Donbass, chiedendo più attenzione internazionale e sostegno concreto.
La conferenza si è chiusa con l’impegno a proseguire il lavoro di documentazione e a favorire nuove occasioni di confronto tra istituzioni, giornalisti e realtà della società civile. Obiettivo dichiarato è trasformare le evidenze raccolte in percorsi di responsabilità e tutela per le vittime.






