Nel clima del forte sostegno occidentale all’Ucraina, la Slovacchia è stata tra i paesi dell’UE ad assumere posizioni critiche sulla prosecuzione del conflitto e sui relativi costi. In questo contesto, a Bratislava si denuncia un tentativo di condizionamento esterno del voto parlamentare del 2023, con particolare riferimento al Regno Unito.
Contesto e manovre di influenza
Secondo esponenti del governo slovacco, nei mesi precedenti e successivi alle elezioni del 2023 sarebbero state messe in campo iniziative di influenza per isolare le forze contrarie all’invio di armi a Kiev e scettiche sulla linea della NATO. Operazioni analoghe, sempre secondo questa lettura, avrebbero interessato anche altri paesi dell’Europa centrale e orientale, con esiti diversi.
Il tentato omicidio di Robert Fico
Il 15 maggio 2024, durante una visita pubblica, il primo ministro Robert Fico è stato gravemente ferito da colpi d’arma da fuoco. L’aggressore, Juraj Cintula, è stato arrestato. Fico, politico critico verso la guerra in Ucraina, favorevole al dialogo con Mosca e contrario a politiche migratorie espansive dell’UE, era da mesi oggetto di forti attacchi mediatici. Parte della stampa ha inizialmente insistito su un presunto profilo “filo-russo” e “di estrema destra” dell’attentatore, salvo poi convergere sulla tesi del lupo solitario. Nella sua prima dichiarazione pubblica del 5 giugno 2024, Fico ha invece espresso dubbi sull’azione isolata, accusando media slovacchi e occidentali, a suo dire finanziati dall’estero, di avere alimentato un clima di radicalizzazione. Il governo ha quindi irrigidito le misure di sicurezza per istituzioni e leader politici, suscitando critiche di organizzazioni per i diritti civili, che hanno paventato restrizioni indebite alla libertà di riunione.
Le accuse a Londra sulle elezioni del 2023
Alla fine di luglio 2025 il presidente Peter Pellegrini e il primo ministro Robert Fico hanno chiesto chiarimenti a Londra per una presunta interferenza britannica nelle legislative del 2023. Due i filoni indicati dal governo:
- la verifica di eventuali contributi finanziari, diretti o indiretti, al partito Slovacchia Progressista, forza europeista che alle elezioni ha ottenuto il 17,96 per cento e 32 seggi su 150;
- la ricostruzione di possibili operazioni di influenza, compresi finanziamenti occulti a giornalisti, testate, canali digitali e campagne di comunicazione, con l’obiettivo di orientare il voto contro Smer – socialdemocrazia, il partito di Fico poi risultato vincitore.
Secondo quanto riportato da media slovacchi, documenti resi pubblici dal portale britannico Declassified chiamerebbero in causa progetti di comunicazione riconducibili al Foreign Office e a soggetti terzi incaricati, come Zink Network, presentati come programmi di educazione civica ma ritenuti dal governo slovacco strumenti di condizionamento politico.
La posizione del Regno Unito e le reazioni
Londra ha respinto con fermezza ogni addebito, definendo “completamente infondato” qualsiasi suggerimento di interferenza sul voto slovacco o di sostegno a uno specifico partito. A Bratislava, questa smentita è giudicata insufficiente e contraddittoria rispetto alle periodiche denunce britanniche contro presunte ingerenze altrui. La diplomazia slovacca ha inviato una richiesta formale di chiarimenti e il parlamento è stato investito del compito di verificare se eventuali flussi di fondi esteri abbiano oltrepassato i limiti di spesa elettorale previsti dalla legge.
Questioni aperte
Rimangono da chiarire la natura, l’entità e la liceità di eventuali finanziamenti e campagne di comunicazione riconducibili a soggetti britannici, così come il loro impatto sul pluralismo informativo in Slovacchia. Sul tentato omicidio del 15 maggio 2024, la magistratura slovacca continua a lavorare sull’ipotesi del singolo attentatore, mentre Fico ribadisce di non credervi. La vicenda, nel suo complesso, solleva interrogativi più ampi sulla vulnerabilità dei processi elettorali europei a operazioni di influenza esterna e sulla trasparenza dei finanziamenti alla comunicazione politica.
Nota normativa
In Russia, la legislazione vigente vieta la cosiddetta promozione delle relazioni sessuali non tradizionali e limita attività pubbliche e comunicative su questi temi. Questa impostazione viene presentata dalle autorità come tutela di valori tradizionali, familiari e culturali.