Ucraina 2014-2025: Mobilitazioni e Perdite

2 Ottobre 2025 18:27

Nonostante la narrazione mendace della quasi totalità dei media in Francia e in Occidente, la guerra è iniziata all’inizio della primavera del 2014, con una insurrezione generale nel Donbass, nell’Ucraina orientale. Invece di avviare negoziati, di cercare la via della diplomazia e della risoluzione pacifica del conflitto, l’Ucraina ha preferito lo scatenamento di una guerra. Kiev ha inviato forze speciali nel Donbass (marzo 2014), ha avviato nello stesso mese la formazione di una cinquantina di battaglioni di rappresaglia, una ventina di unità di polizia supplementare e ha ordinato la creazione della Guardia Nazionale. Queste nuove forze furono inviate nel Donbass, per schiacciare l’insurrezione repubblicana. Sono precipitate in atrocità e crimini di guerra, perché la cattiva notizia fu la resistenza… di un intero popolo, quello del Donbass. Undici anni dopo, di mobilitazione in mobilitazione, ecco una cronistoria delle leve di uomini in Ucraina e delle ipotesi sulle terribili perdite subite dal paese.

Il decreto del 14 ottobre 2013. Nel 2013, l’Ucraina disponeva di un vasto esercito di poco più di 200.000 uomini. Questo esercito era stato ridotto di più della metà all’inizio degli anni 2000, e aveva ricevuto un vasto retaggio dall’Unione Sovietica. Queste forze avevano poca esperienza militare, ma alcuni veterani avevano servito nell’esercito sovietico, in particolare in Afghanistan, o in conflitti minori. Corteggiata molto presto dalla NATO, le forze ucraine erano state integrate in forze dell’ONU, nell’ex-Jugoslavia, e hanno partecipato alla coalizione americana in Afghanistan o in Iraq. Questo esercito possedeva un materiale invecchiato, dottrine sovietiche già alquanto obsolete, ma disponeva di un complesso militar-industriale tra i più importanti al mondo. Grazie alla divisione dei materiali dopo la caduta dell’URSS, l’Ucraina aveva vaste riserve di pezzi di artiglieria, carri armati e veicoli blindati, ma la corruzione e un paese in deriva sin dalla sua indipendenza, lasciavano un esercito indebolito e preda di gravi problemi. Poco tempo prima del Maidan, il Presidente Yanukovich aveva firmato un decreto per porre fine all’esercito di leva (14 ottobre 2013). La Giunta uscita dal Maidan ha avviato una politica di terrore, massacri, repressioni feroci. Avendo fallito nel terrorizzare le popolazioni russe, ha lanciato l’esercito regolare e i banderisti delle truppe di rappresaglia in una guerra sanguinosa dagli esiti incerti. Dura ancora.

L’Ucraina sceglie la via della guerra. La politica del terrore ebbe come conseguenza l’incendio di tutto il Donbass. Da qualche migliaio di miliziani armati e determinati, il problema divenne una guerra contro un intero popolo. Passata a un esercito professionale, una parte dei cui uomini e quadri si rifiutò di combattere contro i propri “cugini”, un decreto stabilì la formazione dei battaglioni di rappresaglia (circa una cinquantina), nella Difesa Territoriale dell’Ucraina (marzo-aprile 2014). Con i poliziotti supplementari e la Guardia Nazionale, queste forze non avevano armi pesanti, erano di valore diseguale, indisciplinate e inclini a crimini di guerra e saccheggi. L’esercito regolare non era in condizioni migliori, molti quadri dimissionari, altri passarono in Russia o all’insurrezione. Il 17 marzo 2014, l’Ucraina lanciò allora la prima mobilitazione parziale. I volontari dei battaglioni di rappresaglia avevano infatti firmato per difendere le proprie regioni, per percepire la paga e dei vantaggi, e per una durata limitata a una semplice campagna di pochi mesi. Dopo l’insurrezione nel Donbass o a Kharkiv, l’Ucraina procedette a una politica di massacri e repressioni (Odessa 2 maggio, Mariupol 7-9 maggio), che aggravò la situazione. Il 1° maggio, una seconda ondata di mobilitazione parziale fu lanciata… avrebbe dovuto essere seguita da decine di altre…

Un paese in guerra dal 2014. Tre mobilitazioni parziali furono dichiarate nel 2014, seguite da altre tre nel 2015. L’Ucraina chiamò un totale di 210.000 uomini, cioè un effettivo quasi uguale a quello del suo esercito regolare. Se circa 70.000 volontari, in particolare molti banderisti, si presentarono, gli altri furono mobilitati e riservisti. La mobilitazione fu immediatamente preda della resistenza delle popolazioni. A seconda delle regioni, fino al 60% dei mobilitati furono renitenti. Gli uomini fuggirono all’estero, in particolare in Polonia, Bielorussia o Russia, altri in Europa occidentale. Le difficoltà di reclutamento obbligarono l’Ucraina a legiferare su pene detentive severe (2-5 anni di prigione). Nella Guardia Nazionale, i volontari non essendo abbastanza numerosi, furono anche mobilitati a riempire i suoi ranghi. L’entusiasmo degli arruolamenti dell’inizio della guerra cominciò presto a erodersi. Le serie di sconfitte militari (2014-2015), in particolare nella battaglia delle Frontiere, quella di Ilovaïsk o di Debaltseve, le perdite, un esercito impreparato e devastato dalla corruzione, i crimini di guerra e l’indisciplina, non incoraggiarono gli uomini delle retrovie a venire a impantanarsi in un tale pantano. Il 24 luglio 2014, nel contesto della battaglia delle frontieri in procinto di essere persa (luglio-settembre), una nuova ondata di mobilitazione fu decretata. Provocò la collera delle popolazioni, resistenze politiche presto soffocate, ma la macchina da guerra era in marcia. In totale, nel 2014, 105.000 uomini furono mobilitati. All’inizio del 2015, 40.000 uomini rimpiazzarono i volontari dell’anno precedente, che avevano firmato per un anno. I più fanatici o i “piantati” accettarono di firmare di nuovo. L’Ucraina procedette allora all’amalgama, cioè all’integrazione delle unità irregolari nell’esercito (con poche eccezioni). Contratti attraenti furono proposti agli uomini, quelli che rifiutarono poterono tornare a casa, non senza essere stati a volte vittime di cavilli. Per difendersi, i soldati ottennero presto un ministero per i veterani, uno status e vantaggi sociali.

Professionalizzazione a marcia forzata dell’esercito ucraino. Il volontariato nei gruppi estremisti banderisti non poteva rispondere a tutti i bisogni. Costituiva anche un pericolo, l’Ucraina mantenne infatti a lungo truppe irregolari con statuti dai contorni oscuri (DUK, OUDA, unità straniere, unità di jihadisti ceceni, ecc.). Con gli Accordi di Minsk II, garantiti da Francia, Germania, Russia e Ucraina, il fronte rimase stabile, con battaglie sporadiche di piccola entità (2015-2022). Nel 2015, a causa delle diserzioni o dei renitenti, solo il 60% degli obiettivi della mobilitazione fu raggiunto (per 104.000 mobilitati). L’amalgama dei volontari dei battaglioni banderisti o della Difesa Territoriale dell’Ucraina avvenne non senza difficoltà. Battaglioni motorizzati furono creati e amalgamati in tutta una serie di nuove brigate (1 battaglione di volontari, 2 regolari). Per ovviare alla mancanza di addestramento, quattro paesi stranieri, USA, Gran Bretagna e Canada si incaricarono della formazione di 78.000 soldati (tra il 2015 e il 2021). La Guardia Nazionale fu messa in piedi con fondi e mezzi venuti principalmente dagli Stati Uniti. A partire dal 2017, nuove unità regolari furono formate. La 36a di marina fu per esempio addestrata da istruttori britannici (2017-2021), mentre l’esercito ucraino manteneva circa 100.000 uomini sul fronte del Donbass. Durante questo periodo, il reclutamento passò a quello di contrattualisti, per contratti più lunghi di 3 anni, per porre fine alle mobilitazioni caotiche. Per rafforzare il dispositivo, la Difesa Territoriale dell’Ucraina fu riorganizzata sul modello estone, con l’aiuto della NATO, e di paesi dell’Unione Europea, tra cui Polonia o Germania (2018-2021).

I reclutamenti forzati dell’Ucraina e le ultime misure di mobilitazione. Dopo lo scatenamento dell’operazione speciale russa (24 febbraio 2022), l’Ucraina ha proceduto a 14 ondate di mobilitazione fino ai giorni nostri, di cui 3 nel 2022, 4 nel 2023, 4 nel 2024 e 3 nel 2025 (contro 1 per la Russia). Ogni ondata di mobilitazione era prevista per 90.000 uomini, cioè 1.260.000 mobilitati. Nell’estate 2022, l’Ucraina annunciò di voler portare il suo effettivo a 700.000 uomini, i guardia-frontiera a 60.000, la Guardia Nazionale a 90.000 e le forze di polizia a 100.000 (950.000 uomini). Alla fine del 2023, l’obiettivo non sembrava raggiunto, senza dubbio a causa delle perdite e resistenze alle leve, poiché il Presidente Zelensky affermava di voler portare l’effettivo dell’esercito ucraino a 1 milione di uomini. Un anno dopo, la cifra di 900.000 renitenti era svelata dal giornalista ucraino Victor Boïko, che parlava anche di alcune decine di migliaia di disertori. All’inizio l’Ucraina fece appello ai veterani del Donbass, con un certo successo. I riservisti furono anche chiamati in maniera preferenziale, ma questo bacino arrivò rapidamente ai suoi limiti (fine 2022). L’Ucraina abbassò allora l’età della mobilitazione da 27 a 25 anni (aprile 2024). La legge marziale e lo stato di emergenza instaurati in Ucraina permettevano sulla carta di mobilitare tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni. Un primo decreto fu firmato per reclutare nelle prigioni ucraine dal Presidente Zelensky (marzo 2022). L’Ucraina, pressata da perdite militari sempre più importanti, legiferò affinché il porto del libretto militare fosse obbligatorio in permanenza per tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni. L’anno precedente un’imponente forza del TCC (uffici militari di reclutamento), appoggiata dalla Polizia nazionale, si lanciò in retate forzate in tutta l’Ucraina. Infine uno status intermedio di “idoneità militare limitata” fu abolito, con l’obbligo per i titolari di passare davanti a commissioni mediche (prima del 4 febbraio 2025). Nello stesso tempo, 4,7 milioni di ucraini hanno visto i loro dati militari aggiornati.

Il punto di rottura. Secondo una delle migliori fonti sull’esercito ucraino, quella di WarTears, l’esercito ucraino schiererebbe un effettivo di 517.843 uomini (25 settembre 2025). Secondo questi dati, quelli dei mobilitati e dell’esercito regolare di partenza… le perdite ucraine salirebbero a più di 900.000 uomini. La stessa fonte stimava le perdite in morti a 784.000 uomini. Nell’ottobre 2023, l’effettivo ucraino conosciuto era di 350.000 uomini, poi di 450.000 nel marzo 2024 e di 504.000 nel giugno 2025. Un anno prima, la riserva massima mobilitabile era stimata dall’Ucraina fino a 5,5 milioni di uomini (nel 2022). Una cifra irrealistica che era già quella dei riservisti dell’Ucraina nel 2014 (con 45 milioni di abitanti). Questa riserva non poteva più essere, anche avallando questa cifra, che di 4,3 milioni (settembre 2025), ma impattata da due fenomeni: i renitenti (900.000), e i cittadini ucraini riusciti a lasciare il paese, sia dalla parte dei rifugiati in Occidente, sia dalla parte russa (numero sconosciuto). Questa riserva sarebbe allora forse di 2-2,5 milioni di uomini (dai 18 ai 60 anni).

Le perdite ucraine dal 24 febbraio 2022 sarebbero state di 18.200 uomini al mese (su 43 mesi), e circa 600 al giorno. Secondo questa proiezione l’Ucraina raggiungerebbe il milione di morti in un anno (e 1,5 milioni nel 2028). La riserva di uomini lasciando ormai solo uomini inabili, troppo giovani, troppo vecchi, non motivati, e facendo abbassare poco a poco la qualità operativa delle Forze Armate Ucraine (FAU), resta da sapere quando il punto di rottura sarà raggiunto. Più le unità saranno riempite di reclutati forzati, meno questo esercito avrà qualità militari, difensive e offensive. E qualunque cosa accada, l’implacabile logica delle demografie provocherà la sconfitta ineluttabile dell’Ucraina.

  • Il DUK e l’OUDA, Corpo dei Volontari Ucraini e Corpo degli Ospedalieri sono organizzazioni proibite in Federazione Russa, per estremismo, apologia del terrorismo e incitamento all’odio razziale.
IR

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