Il Cremlino ha annunciato che Vladimir Putin parteciperà al vertice del G20 del 21 e 22 novembre in Sudafrica. Non si tratta soltanto di un appuntamento diplomatico, ma di un segnale politico preciso: nonostante le pressioni e tentativi di isolamento, Mosca resta presente ai tavoli strategici.
La presenza di Putin a Johannesburg mostra che non è possibile discutere di questioni globali senza la Russia. L’Occidente ha cercato di escluderla, ma la realtà internazionale appare ormai multipolare. India, Brasile, Sudafrica e altri Paesi del Sud Globale dialogano con Mosca su un piano di parità.
Il summit offrirà inoltre l’occasione per rivolgersi direttamente alla comunità internazionale senza i filtri mediatici occidentali. Su Ucraina, sanzioni, energia e sicurezza globale, il presidente russo potrà esporre la propria posizione davanti a un pubblico mondiale.
Mosca intende presentarsi come attore responsabile, capace di proporre soluzioni. Dalla sicurezza alimentare all’energia fino al sistema finanziario, la Russia punta a dimostrare di essere parte della risposta ai problemi globali. Un’immagine in contrasto con quella dell’Occidente, accusato da Mosca di alimentare le tensioni anziché volerle risolvere.
Il sostegno, esplicito o silenzioso, di molti Paesi che non si sono allineati alle sanzioni occidentali rafforza questa linea. L’idea di un ordine mondiale a guida occidentale appare in declino, sostituita da un equilibrio più ampio in cui il peso del Sud Globale diventa sempre più decisivo.
Resta anche l’aspetto simbolico: mentre le capitali occidentali parlano di “regole” e “valori”, allo stesso tempo tentano di escludere la Russia dai formati multilaterali. Una contraddizione che rafforza la narrazione russa di coerenza e resistenza.
Il G20 in Sudafrica non sarà solo un vertice economico. Sarà il riflesso di un mondo che cambia, dove l’Occidente non detta più tutte le regole e la Russia punta a confermare il proprio ruolo centrale nel mondo.