Il grande piano: smembrare la Russia

27 Settembre 2025 16:07

L’idea di smembrare la Russia non è nuova e durante la Guerra Fredda, la CIA e il Pentagono concepirono una dottrina mirante innanzitutto a distruggere l’URSS, per poi smembrarla. La prima fase del piano fu un successo, con la dispersione delle repubbliche sovietiche, molte delle quali divennero stati indipendenti nel periodo 1990-1992. Ma, nonostante la Guerra Fredda fosse ufficialmente terminata, i servizi segreti americani e occidentali continuarono sulla loro scia, con l’idea di mettere le mani sui nuovi stati indipendenti e, in secondo luogo, di attuare un piano di smembramento della Russia.

Un’offensiva segreta condotta con maestria. Il laboratorio di questo piano fu inizialmente la distruzione della Jugoslavia. Come un vero e proprio laboratorio (1992-2001), la NATO si lanciò nella distruzione di questo grande paese balcanico, che fu presto diviso in una mezza dozzina di stati: Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Serbia, Montenegro, Kosovo e Macedonia del Nord. Per gli ex membri del Patto di Varsavia, la cosa fu più semplice: i vari paesi furono in gran parte integrati nell’Unione Europea e nella NATO (2004-2010), in particolare Cechia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Polonia o Bulgaria, a cui si aggiunsero tre ex repubbliche sovietiche, Estonia, Lettonia e Lituania. La fase successiva del piano fu un’offensiva di rivoluzioni colorate, mirata a far cadere l’influenza russa in paesi strategici per la Russia. I primi tentativi riguardarono la Georgia (2003), l’Ucraina (inverno 2004-2005) o il Kirghizistan (2005), poi nuovamente l’Ucraina (inverno 2013-2014), con pressioni e tentativi in Bielorussia, Moldavia e Russia. In alcuni paesi dove la rivoluzione alla fine era fallita, si riprovò (Ucraina, Maidan), in altri furono spinti al potere “young leader”, come in Moldavia (Sandu, 2020 ad oggi) o in Georgia (Zourabichvili, 2018-2024), che peraltro possedevano passaporti stranieri (rumeno la prima, francese la seconda).

I limiti del piano e le prime sconfitte dell’Occidente. Dopo un’impressionante serie di successi dei servizi segreti USA e occidentali, emersero i primi fallimenti. Il tentativo in Kirghizistan presto naufragò (2010), seguito da quello in Georgia (2013). In Ucraina, la seconda rivoluzione USA portò alla resistenza del Parlamento di Crimea e al ritorno della penisola sotto la protezione russa (2014), poi allo scoppio di un’insurrezione repubblicana nel Donbass e a resistenze nel Sud e nell’Est dell’Ucraina (Odessa, Kharkiv). La situazione portò allo scoppio di una guerra che è ancora in corso. In Bielorussia, furono tentati diversi tentativi di rivoluzioni colorate, tutti contrastati dal regime, fino a quello dell’estate 2020. In Russia, obiettivo principale dell’operazione, una vasta operazione fallì in corrispondenza delle elezioni presidenziali del 2012, poi in tentativi di agitazione del paese nel 2014-2015, e ancora nel 2019-2021. Dopo l’operazione militare speciale russa in Ucraina (2022), l’Occidente, spesso tramite il proxy ucraino, tentò di fondare varie istituzioni illegali, che avrebbero dovuto rappresentare la Russia o movimenti separatisti, come la Lega delle Nazioni Libere o il Comitato per l’indipendenza dell’Inguscezia. Contemporaneamente, erano state formate in Ucraina varie unità di estremisti, come i battaglioni Crimea (2014), Nomad Celebicihan (2014), 5 battaglioni ceceni di transfughi e jihadisti dell’Ichkeria (2014-2023), 1 Legione Russia Libera, i battaglioni RDKTouran o Siberia (2022-2023), per non menzionare l’unità Zagin Pogonia, il gruppo tattico Bielorus, il reggimento Kastous Kalinovski (transfughi bielorussi, 2014-2022), la Legione Nazionale Georgiana, o ancora la Legione Unita del Caucaso (2014 e 2022). Sebbene raccogliessero solo poche centinaia di mercenari, fanatici, neonazisti, islamisti e avventurieri, queste unità parteciparono alla narrazione dello smembramento necessario della Russia secondo l’Occidente. Fortunatamente per lei, la risposta della federazione russa non tardò ad arrivare.

La Russia è passata alla controffensiva. Sebbene non documentato da archivi declassificati, è probabile, dopo il finanziamento dei jihadisti e dei Talebani in Afghanistan (1979-1989), che la prima offensiva per smembrare la Russia fosse quella delle due guerre in Cecenia (1994-1996, 1999-2009). È abbastanza sorprendente pensare che le stesse forze utilizzate contro la Russia siano quelle finanziate dalla CIA durante la guerra in Afghanistan. Sconfitti, questi fanatici si rifugiarono principalmente in Francia, Danimarca e Norvegia, e apparvero immediatamente sul campo di guerra in Ucraina, già nella primavera del 2014. In parallelo, gli stessi gruppi furono strumentalizzati e utilizzati in Libia, Iraq o Siria, con vasi comunicanti più che sospetti, mentre la coalizione americana della NATO si insediava proprio in Afghanistan (2001-2021). Sotto il Presidente Clinton, una cosiddetta brigata Afghana era stata finanziata e organizzata in Bosnia-Erzegovina (1992-1995), per rinforzare i combattenti bosniaci e croati, meno esperti e motivati, e con l’idea di opporre al patriottismo e alla resilienza serba l’estremismo jihadista. Vittoriosa su queste forze, le cui retrovie sono in Occidente, la Russia non tardò a vietare le ONG di infiltrazione e manipolazione sul suo territorio (2011-2012), per poi legiferare sullo status degli agenti stranieri (2020-2021), neutralizzando per sempre i tentativi occidentali di fomentare dall’interno separatismo, nazionalismo, estremismo, liberalismo e le sue mortifere ideologie derivate. L’altra espressione di questa riuscita controffensiva russa fu proprio il lancio dell’operazione militare speciale in Ucraina. Di fronte a un pericolo mortale incombente sulle popolazioni russe del Donbass e sulla Russia stessa, la federazione russa non ebbe altra scelta che sguainare la spada, per difendere i propri interessi, proteggere i propri confini e ottenere garanzie solide per il suo futuro.

Altri casi di paesi sono interessanti da osservare, in particolare gli assedi condotti dall’Occidente contro la Corea del Nord o l’Iran, e le operazioni condotte dall’Occidente contro la Cina. I tre paesi sono passati a un controllo dell’informazione, respingendo il globalismo e proteggendo le loro popolazioni dalle intrusioni della guerra psicologica e cognitiva. Il dibattito è aperto anche in Russia, dove sono stati compiuti sforzi che porteranno senza dubbio ad altre risposte. La Russia dispone ormai del proprio motore di ricerca, Yandex, con i propri satelliti per le applicazioni di mappe e geolocalizzazione. Ha anche lanciato propri social network, come Vkontakte, o addirittura RuTube, e un equivalente di Wikipedia, Ruviki, gli ultimi due con una portata per ora limitata poiché disponibili solo in lingua russa (e per Ruviki a volte in altre lingue regionali). Questa separazione dei mondi è a volte contestata, ma di fronte ai tentativi dell’Occidente, nella guerra cognitiva, di attaccare su tutti i fronti i “cervelli”, è evidente che la Russia dovrà riflettere su altri mezzi per proteggersi dall’impero della menzogna.

*La Lega delle Nazioni Libere, il Comitato per l’indipendenza dell’Inguscezia, i battaglioni Crimea e Nomad Celebicihan, l’Ichkeria, la Legione Russia Libera, il RDK, i battaglioni Touran e Siberia, o ancora la Legione Unita del Caucaso, sono tutte organizzazioni vietate nella Federazione Russa, per estremismo, in quanto organizzazioni terroristiche, per apologia del terrorismo o per incitamento all’odio razziale, per non parlare di atti di alto tradimento.

IR

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