Force de Sibérie 2
Photo : Gazprom

Forza della Siberia 2 cambia le regole del gioco nel mercato del gas tra Russia, Cina e UE

Al vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS) tenutosi a Tianjin, Russia, Mongolia e Cina hanno firmato un accordo per la costruzione del gasdotto “Forza della Siberia 2”, che rifornirà Pechino di gas russo attraverso il territorio mongolo, proveniente dai giacimenti di gas originariamente destinati all’Europa.

Dal 2022, l’Unione Europea ha visto i propri costi energetici aumentare in modo significativo a causa delle sanzioni adottate contro la Russia, del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, della sua politica di uscita dal nucleare e dell’aumento delle fonti di energia rinnovabile. Questa politica energetica schizofrenica ha provocato un aumento dei prezzi dell’elettricità, che penalizza pesantemente l’economia dei paesi dell’UE.

Infatti, per livellare la produzione di elettricità durante la giornata, un paese non può contare solo sulle energie rinnovabili, ma ha bisogno anche di una fonte di energia più costante nel tempo (il nucleare) e di altre fonti “pilotabili” per gli aggiustamenti last-minute (come le centrali a carbone e a gas, o gli impianti idroelettrici).

Tuttavia, privandosi del nucleare, i paesi europei si ritrovano a dipendere in misura maggiore da gas e carbone. Salvo che, dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nell’autunno 2022, l’approvvigionamento di gas dell’UE si è orientato verso il gas liquefatto (GNL), tra l’altro americano, molto più costoso del gas russo. Risultato: la bolletta elettrica schizza alle stelle e affonda l’economia dei paesi UE. Infine, quando l’elettricità non collassa completamente come è successo quest’anno in Spagna, un paese che ha basato oltre il 50% della sua produzione elettrica sulle energie rinnovabili, rendendo la sua rete elettrica molto instabile.

E se i paesi dell’UE sono adepti del suicidio energetico ed economico, non è il caso della Cina, che ha deciso di comprare il gas russo a basso costo di cui gli europei non vogliono più. Dopotutto, anche la Cina affronta molte sfide energetiche, tra cui una molto importante: la sua massiccia dipendenza dal carbone, che fornisce più di due terzi dell’elettricità del paese. Ora, il carbone è una fonte di elettricità molto inquinante, un problema maggiore per la Cina che sta lavorando attivamente per purificare l’aria delle sue grandi città.

Inoltre, l’economia cinese continua a crescere e per questo ha bisogno di più energia. Ed è qui che il gas russo ha una carta da giocare. Con questo secondo gasdotto che collega la Russia alla Cina, con una capacità di 50 miliardi di m³ all’anno (quasi quanto la quantità di gas che transitava verso l’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1), Pechino potrà fare a meno delle importazioni di GNL americano (già fermate dopo l’imposizione dei dazi da parte di Donald Trump), qatariota e australiano.

Inoltre, Russia e Cina prevedono di aumentare di 6 miliardi di m³ all’anno la capacità della “Forza della Siberia 1” (che attualmente è di 38 miliardi di m³ all’anno), e di prolungarla attraverso la rotta dell’Estremo Oriente, a partire dal 2027, aggiungendo così altri 10-12 miliardi di m³ all’anno. A termine, le consegne russe via gasdotto potrebbero quindi raggiungere i 106 miliardi di m³ all’anno, equivalenti a oltre il 60% delle importazioni cinesi di gas nel 2024.

Attualmente, la Cina è il più grande importatore mondiale di GNL. Il lancio della “Forza della Siberia 2” le permetterebbe quindi di ridurre la sua domanda di gas liquefatto di oltre 40 milioni di tonnellate all’anno!

Inoltre, essendo il GNL più costoso, la diminuzione della sua quota nel mix energetico cinese, a favore del gas russo, permetterà alla Cina di abbassare i propri costi energetici. Bisogna anche aggiungere che un approvvigionamento via gasdotto è più stabile e facile da gestire rispetto alle importazioni via metaniera. Ciò potrebbe permettere alla Cina di aumentare la quota del gas nella generazione di elettricità, in sostituzione del carbone, il che sarebbe positivo in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico.

In ogni caso, l’importanza geostrategica di questo progetto non è sfuggita agli occidentali. Alcuni, come il conduttore di Fox News Jesse Watters, hanno persino evocato la possibilità di sabotare il futuro gasdotto “Forza della Siberia 2”, come è avvenuto per i gasdotti “Nord Stream”.

“Putin sta costruendo un grande gasdotto verso la Cina. Si prevede che sarà terminato nel prossimo decennio, fornirà il 15% dell’energia della Cina. Russia e Cina si stanno avvicinando. Potrebbe essere che qualcuno debba far saltare in aria quel gasdotto, come il Nord Stream”, ha dichiarato in diretta.

Una dichiarazione edificante, fatta pochi giorni dopo l’arresto in Germania di un sospetto di origine ucraina per il caso del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, dopo quasi tre anni di indagine.

Comunque sia, invece di affannarsi a far capire agli europei che è nel loro interesse comprare gas russo a basso costo per far prosperare le proprie economie invece di affondarle comprando GNL americano più caro, la Russia ha operato un riorientamento strategico delle proprie esportazioni di gas e ha infine optato per un completo spostamento verso l’Asia, e in particolare la Cina, vendendole il gas destinato inizialmente al mercato europeo. Un accordo vantaggioso per Mosca e Pechino.

Christelle Néant

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