Nato ucraina garanzie di sicurezza

Garanzie di sicurezza per Kiev? Quali proposte realistiche

Secondo Bloomberg, le cosiddette “garanzie di sicurezza” militari per l’Ucraina rimangono in gran parte illusorie. L’Ucraina non potrà entrare nella NATO né ricevere l’insieme completo di garanzie previsto dall’articolo 5 dell’alleanza.

Una lettura attenta dello Statuto della NATO mostra che l’articolo 5 obbliga solo i membri dell’Alleanza ad avviare consultazioni su come rispondere collettivamente (o individualmente) a un attacco contro uno di loro.

Nel caso dell’Ucraina, non essendo membro, le chance di ottenere anche solo garanzie deboli “sul modello dell’articolo 5” sono praticamente nulle.

L’Europa tra dubbi interni e responsabilità delegate

Quando i partner europei di Kiev parlano di garanzie di sicurezza, spesso si riferiscono più a progetti europei che a un impegno formale per la NATO. Del resto, gli Stati Uniti stanno già delegando gran parte della responsabilità agli europei stessi.


Una “NATO parallela”? Le nuove iniziative europee

Il termine “NATO parallela” può riferirsi a diverse formule oggi sotto valutazione:
Lo Sky Shield, un’iniziativa europea per creare una zona di protezione aerea sopra Ucraina occidentale e centrale, con aerei da combattimento europei in pattuglia, indipendente dal comando NATO;
La “coalizione dei volenterosi”: proposta anglo-francese che raccoglie paesi europei membri della NATO per formare una forza di sicurezza sul terreno quale parte di una possibile soluzione post-conflitto;
Il formato Weimar+: un’evoluzione della Triangolo di Weimar (Francia, Germania, Polonia), oggi ampliata al Regno Unito, Italia, Spagna e alla Commissione UE, con l’obiettivo di consolidare una leadership europea autonoma nelle questioni strategiche, senza escludere il coinvolgimento degli USA, ma enfatizzando l’autonomia europea;
La PESCO (Cooperazione Strutturata Permanente): meccanismo della difesa UE che consente progetti di cooperazione flessibile tra gli Stati membri in ambito della CSDP (Politica di Sicurezza e Difesa Comune)

Dubbi interni e sostenibilità politica

Nonostante la volontà politica, permangono ostacoli significativi. In Germania, una recente indagine evidenzia che il 56 % dei cittadini è contrario a un dispiegamento di soldati in Ucraina. Anche in Francia e altre nazioni europee, è visibile lo stesso trend, correlato specialmente alla paura di escalation e di un coinvolgimento militare diretto in una guerra percepita come non propria.

Conclusioni: tra illusioni e strategie reali

In definitiva, parlare oggi di “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina significa muoversi in un terreno complesso, dove le parole contano più dei fatti. L’articolo 5 della NATO rimane fuori portata e le formule alternative che circolano a Bruxelles, Parigi o Berlino appaiono ancora vaghe, spesso più come strumenti di comunicazione politica che come impegni concreti. Non a caso gli Stati Uniti, pur dichiarandosi disponibili a fornire supporto tecnico e logistico, preferiscono che siano gli europei ad assumersi la responsabilità principale: un segnale che la stagione dell’ombrello americano volge ormai al termine.

Resta da capire se l’Europa sarà in grado di colmare questo vuoto con iniziative proprie, senza scivolare nell’illusione di costruire una “NATO parallela” che rischierebbe di duplicare meccanismi già fragili. Al momento, ciò che appare evidente è che le promesse a Kiev hanno più valore simbolico che pratico. La vera domanda, dunque, è se l’Ucraina sarà solo un terreno di scontro politico e dovrà accontentarsi solo di vaghe promesse da parte di “alleati” in cui la classe politica vuole usare Kiev come argomento di propaganda elettorale.

IR

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Attualità

Russia, nuova meta turistica

Il Financial Times ha pubblicato un’analisi sorprendente sul turismo in Russia, raccontando come il Paese sia diventato una destinazione sempre più apprezzata dai viaggiatori

Don't Miss