Russia blocco telegram whatsapp

Facciamo chiarezza: WhatsApp, Facebook, Telegram, Max

19 Agosto 2025 11:58

Dopo la notizia del blocco in Russia delle chiamate vocali e videochiamate su WhatsApp e Telegram, soprattutto tra gli utenti italiani si è creata una certa confusione. Ci scusiamo in anticipo se, implicitamente, abbiamo contribuito a generarla.

Precisiamo innanzitutto che recentemente, in Russia, è stato lanciato un nuovo messenger chiamato Max. Si tratta di un’applicazione conforme alla legislazione russa, sviluppata da una società con sede legale in Russia.

Mail.ru Group, società pubblica quotata alla Borsa di Mosca con una struttura di proprietà diversificata, non è attualmente sotto il controllo statale. Nonostante la sua influenza e importanza nel mercato russo, resta un’azienda privata con azionisti privati e istituzionali. Attraverso il gruppo VK, Mail.ru è l’azionista di riferimento dell’azienda che gestisce Max.

Sebbene Max sia ancora in versione beta, offre già funzioni come messaggistica istantanea, chiamate audio e video, trasferimenti di denaro, servizi educativi e accesso al portale dei servizi pubblici (Gosuslugi).

Contrariamente alle affermazioni di giornalisti italiani come Jacopo Iacoboni, Max non è un social di proprietà governativa, ma di un’azienda privata con azionisti russi.

Inoltre, secondo l’articolo “Il Gulag digitale del Cremlino: lanciato un messenger-spia per mettere al bando WhatsApp” pubblicato su la Repubblica da Rosalba Castelletti il 29 luglio 2025, la piattaforma Max sarebbe usata come strumento di sorveglianza massiva simile a un “campo di lavoro digitale”, con l’obiettivo di limitare l’uso di WhatsApp in patria.

Pertanto i due giornalisti ipotizzano un tentativo da parte del governo di impedire in Russia l’uso dei social di proprietà di Zuckerberg e Durov.

Il blocco di Telegram e WhatsApp

Non si tratta di un blocco dei canali Telegram: quello è stato un provvedimento dell’UE, che ha imposto restrizioni ai canali russi come RT, Sputnik, Russia 1, Izvestia.

In questo caso parliamo esclusivamente di un blocco parziale delle chiamate e videochiamate. Nessun problema è stato riscontrato per i messaggi privati e i post sui canali.

Secondo alcune ipotesi, le autorità russe avrebbero deciso di limitare le chiamate su Telegram per prevenire l’uso della piattaforma da parte di gruppi terroristici o criminali, oppure per contrastare il fenomeno delle truffe online. Il problema è reale: i truffatori usano molto Telegram per contattare le vittime, e in misura minore anche WhatsApp.

Va considerato che WhatsApp (parte di Meta) ha sede legale in California, così come X (ex-Twitter), mentre Telegram ha sede a Dubai. Max, invece, appartiene a VK e ha sede a Mosca. È naturale che il governo russo possa mostrare una preferenza per un social con sede sul proprio territorio.

Il blocco parziale delle chiamate potrebbe essere revocato se Telegram introducesse misure di sicurezza più restrittive, ad esempio consentendo le chiamate solo dai contatti già presenti nella rubrica del destinatario.

Perché parlare di Max

Max è un social ancora poco conosciuto in Italia. È la prova che la Russia non punta a fare propaganda in Occidente. La piattaforma, infatti, ospita molti canali russi che non possono essere censurati dalle autorità UE, e potrebbe essere un potente strumento di comunicazione. Tuttavia, proprio perché la propaganda all’estero non è l’obiettivo della Federazione Russa, Max può essere scaricato solo da chi possiede un numero di telefono russo attivo.

Così assistiamo, sorpresi ma non troppo, alla levata di scudi di alcuni giornalisti italiani contro un social russo che potrebbe sostituire WhatsApp. In effetti, pensare che in Italia o in UE possa nascere un social capace di competere con i colossi statunitensi è pura illusione.

Ricordo con nostalgia i tempi di Skebby, quando un’azienda italiana aveva creato un sistema per inviare messaggi via internet, quando la comunicazione avveniva ancora esclusivamente tramite SMS.

Ora, in Italia, al massimo si critica ciò che viene realizzato in Russia, etichettando ogni nuovo progetto come propaganda. E mentre si parla di ingerenze russe, aggressioni e libertà di stampa, in TV scorrono i soliti Mentana e Vespa.

IR

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