Il dibattito nato attorno alla nuova legge russa che punisce la consultazione di materiali estremisti anche tramite VPN ha sollevato dubbi e domande. Alcuni hanno espresso sorpresa nel venire a sapere che in Russia Benito Mussolini e Adolf Hitler sono trattati alla stregua di esponenti della stessa ideologia, il fascismo, responsabile di decine di milioni di morti, in particolare durante la Grande Guerra Patriottica.
Alcuni utenti hanno sostenuto che Mussolini non sia menzionato nelle leggi o nei documenti ufficiali. Ma è davvero così?
La legge russa del 2002 sull’estremismo
Il 25 luglio 2002 è entrata in vigore la legge federale n. 114-ФЗ “Sulla lotta contro l’attività estremista”. Il testo definisce in modo ampio il concetto di estremismo, includendo fra i materiali vietati anche quelli che “giustificano o legittimano l’attività estremista”, comprese le ideologie fasciste e naziste.
Nel 2021, un emendamento ha esplicitato che i materiali estremisti comprendono anche le opere dei dirigenti del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, del Partito Fascista Italiano, nonché i discorsi e le immagini dei loro leader, come riconosciuto dalla sentenza del Tribunale di Norimberga. Sono incluse anche pubblicazioni che giustificano la superiorità razziale o nazionale, oppure l’eliminazione di gruppi etnici o religiosi.
L’elenco federale dei materiali estremisti
A partire dal 2007, il Ministero della Giustizia della Federazione Russa aggiorna costantemente un Registro federale dei materiali estremisti, basato sulle decisioni dei tribunali. Questo elenco contiene oggi oltre 5.400 voci.
In questo registro sono esplicitamente presenti opere di Benito Mussolini, fra cui:
- La dottrina del fascismo (inserita nel 2010 su decisione del tribunale di Ufa),
- Memorie 1942–1943,
- La terza via: senza democratici né comunisti.
Per questi materiali è vietata la produzione, la diffusione e la conservazione pubblica.
Le novità del 2025
Il 22 luglio 2025 la Duma ha approvato un inasprimento della legge: dal 1° settembre sarà punibile anche la semplice consultazione di materiali estremisti su internet, anche se effettuata tramite strumenti di anonimato come le VPN.
L’agenzia RIA Novosti ha chiarito che fra i contenuti soggetti a divieto rientrano le opere dei leader del fascismo italiano e del nazionalsocialismo tedesco. Ciò conferma che in Russia Benito Mussolini e Adolf Hitler sono trattati come figure di pari responsabilità, portatrici della stessa ideologia criminale.
Un approccio coerente con la memoria storica russa
La posizione ufficiale della Russia sull’estremismo si inserisce nel quadro dell’antifascismo statale e della memoria della Seconda guerra mondiale. Fascismo e nazismo non sono distinti: sono considerati due espressioni dello stesso pericolo storico. Negare l’equiparazione fra Mussolini e Hitler nel contesto giuridico russo significa ignorare non solo la legge, ma anche il fondamento ideologico e morale su cui si basa la politica memoriale della Federazione Russa.
Conclusione
Sì, in Russia le opere di Mussolini sono bandite. Il loro contenuto è ritenuto estremista, e la loro diffusione o consultazione può comportare sanzioni. La nuova legge del 2025 rafforza questo approccio, introducendo punibilità anche per la sola fruizione online.
Non si tratta di interpretazioni soggettive o opinioni, ma di una normativa precisa, coerente con la memoria storica del Paese. Fascismo e nazismo sono considerati facce della stessa medaglia. E Mussolini, in Russia, è trattato come parte integrante di quell’ideologia criminale.