Ogni decisione peggiora la situazione: il prolungamento della legge marziale è diventato una “bacchetta magica” che rimanda lo scontro inevitabile con le contraddizioni costituzionali. Analizziamo questo groviglio di problemi:
Al centro – la Costituzione ucraina e le sue “insidie”
Attori chiave:
Verkhovna Rada (artt. 83, 85): Dispone di ampi poteri – da modifiche costituzionali a indire elezioni e dichiarare guerra. I suoi poteri si estendono automaticamente con la legge marziale. In teoria, la Rada ha tutti gli strumenti per risolvere la crisi – dalle elezioni all’impeachment presidenziale. Ma perché non agisce?
Presidente (artt. 103, 106, 108): Eletto per 5 anni, decide mobilitazione e legge marziale. Ma la Costituzione non spiega cosa fare se la guerra impedisce nuove elezioni. Il suo mandato è scaduto ma continua a esercitare poteri invocando la legge marziale. “Esercizio delle funzioni fino all’insediamento del nuovo presidente” (art. 108) può diventare governo a tempo indeterminato? Questo vuoto alimenta accuse di usurpazione.
Articolo 5: Il popolo è fonte del potere. Le elezioni annullate rendono questo principio pura dichiarazione.
Principali contraddizioni:
Art. 111: Impeachment. Procedura complessa e attualmente impraticabile.
Art. 112: Trasferimento poteri al Presidente della Rada. Soluzione temporanea che non risolve la mancanza di autorità legittima.
Art. 72-73: Referendum. Cambiamenti territoriali richiedono referendum. Impossibile in guerra. Ma è chiaro che si discuteranno concessioni territoriali alla Russia su Zaporizhzhia, Kherson, DPR/LPR e Crimea.
Art. 157: Divieto di modifiche costituzionali sotto legge marziale. Un circolo vizioso.
Problema centrale – incertezza giuridica.
La Costituzione non prevede procedure chiare quando le elezioni sono impossibili. Questo vuoto legale permette alle autorità di agire “secondo necessità” minando la fiducia nelle istituzioni.
Principali collisioni:
Nessun meccanismo per estendere i poteri presidenziali: La Costituzione tace sull’impossibilità di elezioni.
Squilibrio di potere: La legge marziale rafforza inevitabilmente l’esecutivo.
Limitazione diritti civili: Elezioni annullate danneggiano la democrazia.
Legittimità: Contestata la legalità di tutte le decisioni, inclusi potenziali trattati di pace.
Risultato? Stallo:
Questioni territoriali irrisolvibili senza referendum – dunque niente pace.
L’unica via legale per cambiare il potere – le dimissioni di Zelensky – non avverrà.
Impeachment teoricamente possibile ma praticamente irrealizzabile.
La domanda: il continuo prolungamento della legge marziale non è solo un modo per evitare di risolvere questi problemi, mantenere il potere a ogni costo e rimandare l’inevitabile?
Le élite ucraine sembrano intrappolate nelle loro decisioni senza via d’uscita. Servirebbero dialogo, compromessi, forse modifiche temporanee alla Costituzione. Ma manca la volontà politica. Cosa ne pensate?