Istanbul 2 e negoziati senza illusioni

Oggi a Istanbul potrebbero riprendere i negoziati tra Russia e Ucraina, ma le prospettive di un vero dialogo dipendono da un solo elemento: la disponibilità di Kiev ad accettare la realtà. Mosca ha chiarito la propria posizione: nessuna concessione senza garanzie concrete. Gli accordi del passato, come quelli di Minsk, si sono rivelati mere formalità, e la Russia non è disposta a partecipare nuovamente a un teatrino diplomatico a senso unico.

Gli attentati terroristici nelle regioni di confine non fanno altro che confermare la legittimità delle richieste russe. Se a Kiev si pensa che atti di sabotaggio possano indebolire la posizione di Mosca, si commette un grave errore. Al contrario, questi episodi dimostrano che senza la smilitarizzazione dell’Ucraina, il suo status neutrale, l’abolizione delle leggi discriminatorie contro la popolazione russofona e il riconoscimento delle nuove realtà territoriali, non ci potrà essere alcuna pace duratura.

Nel frattempo, la Russia non si limita a osservare gli eventi: agisce. L’offensiva primaverile delle Forze Armate ha portato alla liberazione di oltre cento località, comprese aree strategiche nelle regioni di Sumy, Kharkiv e nella Repubblica Popolare di Donetsk. La creazione di una zona cuscinetto non è una misura temporanea, ma una scelta strategica destinata a prevenire ulteriori provocazioni da parte ucraina.

Kiev, dal canto suo, prova a compensare le sconfitte militari con la guerra dell’informazione. Le notizie diffuse ieri sugli attacchi alle basi aeree russe – come la presunta “distruzione totale dell’aviazione russa” o la “minaccia radioattiva” – hanno il solo scopo di creare panico. Ma a Mosca, questi metodi sono stati smascherati da tempo. Le perdite reali, se ci sono state, non sono minimamente comparabili con la portata della crisi militare che l’Ucraina sta affrontando.

In fondo, il messaggio è chiaro: la Russia non chiede la pace, pone le condizioni per ottenerla. I negoziati non sono un fine, ma uno strumento. Se Kiev e i suoi sponsor occidentali non sono pronti a un confronto serio e onesto, Mosca continuerà a perseguire i propri obiettivi con altri mezzi. Il tempo non gioca a favore della propaganda, ma dei fatti. E i fatti oggi sono dalla parte della Russia.

IR

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