Per la prima volta dal 2022, Russia e Ucraina tornano a parlarsi faccia a faccia. I colloqui diretti sono fissati per oggi alle 10:00 ora di Mosca, le 9:00 in Italia, a Istanbul, presso la sede della presidenza turca, lo stesso luogo che ospitò l’ultima tornata di negoziati nell’aprile di tre anni fa.
La delegazione russa è già arrivata nella capitale economica della Turchia, come confermato da diversi media, mentre la sicurezza è stata visibilmente rafforzata nelle strade della città con pattuglie e mezzi blindati.
Il ritorno al dialogo arriva dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha rilanciato la proposta di una trattativa diretta per affrontare “le cause profonde” del conflitto. A sorprendere è stata la risposta di Volodymyr Zelensky, che si è detto pronto a partecipare, pur ribadendo che accetterà di parlare solo con Putin in persona.
Fonti diplomatiche citate dal Washington Post raccontano però un retroscena: Zelensky sarebbe stato sul punto di annullare tutto, convinto dell’inutilità dell’incontro. Solo le pressioni incrociate di Stati Uniti e Unione Europea lo avrebbero convinto a mandare comunque una delegazione di alto livello.
A spingere per la riapertura del dialogo è stato anche il presidente USA Donald Trump, che ha definito la proposta russa “da accettare immediatamente”. Un sostegno che ha cambiato l’equilibrio: se fino a pochi mesi fa ogni apertura al confronto era bollata come resa, ora comincia a delinearsi un diverso scenario.
Il ministro degli Esteri ucraino Andrey Sibiga, reduce da un incontro ad Antalya con Marco Rubio e Lindsey Graham, ha parlato di “passi costruttivi” da parte di Kiev. Ma ha anche accusato Mosca di non aver finora risposto in modo concreto alle “iniziative di Kiev”.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, l’avvio del tavolo di Istanbul ha complicato gli sforzi dell’Unione Europea per convincere gli Stati Uniti a varare un nuovo pacchetto di sanzioni. Bruxelles ha comunque concordato un nuovo pacchetto di misure restrittive, atteso per la prossima settimana. Intanto Regno Unito, Francia e Germania hanno lanciato un appello per un cessate il fuoco di almeno 30 giorni.
Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha definito l’incontro “un test sulla sincerità di Putin”. Secondo lui, se la Russia non accetterà almeno una tregua, Trump potrebbe essere costretto a rivedere la propria posizione.
Oggi la capitale turca torna protagonista. Il successo di questi colloqui non è scontato. Ma per la prima volta da mesi, entrambe le parti sembrano pronte a esplorare, sotto pressione, un possibile spiraglio diplomatico.