Putin 2025

Putin “Linea Diretta” davanti a milioni di spettatori

19 Dicembre 2025 17:27

Quattro ore e mezza di domande, risposte, messaggi in tempo reale e passaggi improvvisi dalla grande geopolitica ai problemi della vita quotidiana. Vladimir Putin ha concluso la tradizionale conferenza stampa di fine anno, ancora una volta fusa con la “Linea Diretta”, la sessione in cui il presidente risponde a cittadini e giornalisti su un ventaglio amplissimo di temi. In sala c’erano anche reporter occidentali, mentre da settimane il pubblico russo inviava quesiti via piattaforme digitali e SMS.

Il flusso di domande era partito il 4 dicembre e, a metà mese, aveva già superato quota 1,2 milioni. Il Cremlino aveva preannunciato che i temi più presenti sarebbero stati quelli sociali e le questioni legate ai militari al fronte e alle loro famiglie. Nel formato della diretta, però, la scaletta non è mai rigida: la regia alterna blocchi “alti” e “bassi”, lasciando che il Paese entri in scena con le sue richieste, le sue ironie e, ogni tanto, con un’irritazione difficile da nascondere.

Ucraina: elezioni, “legittimità” e condizioni

Il dossier ucraino è rimasto il perno dell’intera maratona. Putin ha insistito su un concetto che, nelle sue dichiarazioni, è diventato centrale negli ultimi mesi: la “legittimità” delle autorità di Kiev. Secondo la sua impostazione, senza elezioni un governo non può considerarsi pienamente legittimo, e qualsiasi scenario politico futuro dovrebbe passare dal voto.

Dentro questo ragionamento ha inserito un punto destinato a far discutere. Se l’Ucraina dovesse tenere elezioni, ha affermato, Mosca pretenderebbe che possano partecipare anche gli ucraini che oggi vivono in Russia. Putin ha indicato una forchetta molto ampia, tra 5 e 10 milioni di persone, richiamando “diverse stime” senza entrare nei dettagli dei conteggi. Il messaggio, comunque, è chiaro: se si parla di consultazione elettorale, il Cremlino vuole avere voce anche sul perimetro del corpo elettorale e sulle condizioni concrete del voto.

Putin ha poi introdotto un elemento che, presentato come “garanzia”, appare anche come leva politica. Ha detto che la Russia potrebbe valutare misure per garantire la sicurezza durante un’eventuale consultazione in Ucraina o, quantomeno, astenersi da attacchi in profondità nel giorno delle elezioni. Ma ha accompagnato l’ipotesi con un avvertimento netto: se Kiev usasse il voto come espediente per guadagnare tempo e fermare l’avanzata russa, sarebbe, a suo dire, “la decisione sbagliata”.

Nel tentativo di rafforzare la propria tesi, Putin ha ricordato che la Russia ha tenuto diverse consultazioni negli ultimi anni, compresa la presidenziale del 2024, senza “garanzie” esterne. Anzi, ha sostenuto, dall’estero si sarebbe cercato di disturbare i processi elettorali russi, richiamando anche il tema di attacchi e pressioni legati ai seggi.

Economia e vita quotidiana: il termometro del Paese

La “Linea Diretta” serve anche a questo: trasformare il disagio quotidiano in materiale televisivo, mostrando un presidente che ascolta, risponde e, almeno in parte, si fa carico del racconto. Tra inflazione, salari, prezzi e servizi, la diretta torna sempre lì, sulle frizioni che non passano dai comunicati e che, di solito, esplodono proprio quando qualcuno manda un messaggio senza filtri.

Un esempio è arrivato dalle critiche comparse tra gli SMS: “Perché ci serve un’Avtovaz indebitata che produce auto più costose e peggiori di quelle cinesi?”. È una domanda che, in poche righe, condensa due nervi scoperti: il confronto con i prodotti asiatici e la percezione, diffusa in parte della società, che alcuni settori industriali vivano di protezione più che di competitività reale.

E poi c’è l’altra faccia della diretta: l’umore. Messaggi secchi, slogan, provocazioni. “Prendete Kiev, fate in fretta”, ha scritto qualcuno. Un altro ha chiesto: “Quando è prevista la missione sulla Luna?”. E, a chiudere il trittico, l’ironia che strappa un sorriso e insieme segnala stanchezza: “Vladimir Vladimirovich, è già venerdì. Magari è ora di bersi una birra?”.

Non sono semplici gag. La regia sceglie cosa mostrare, ma il fatto stesso che certi toni arrivino sullo schermo è parte dello spettacolo: la politica come grande quadro e, in basso, una società che commenta, protesta, scherza, talvolta punge. Il messaggio implicito è quello di una “normalità” ostinata, anche in tempi di guerra: la gente continua a vivere, comprare, risparmiare, lamentarsi, aspettarsi risposte.

Il registro del simbolo: dalla capsula del tempo alle “non memorie”

Come spesso accade in queste maratone, a un certo punto la cronaca cede il passo al simbolo. Putin ha detto di non avere intenzione di scrivere memorie, spiegando che nei memoriali l’autore tende a valutare se stesso, mentre preferisce che sia “la gente” a giudicare il lavoro suo e della sua squadra.

Subito dopo, quasi a compensare il rifiuto della narrazione autobiografica con una narrazione “storica”, ha improvvisato un messaggio in stile capsula del tempo, rivolto alle generazioni future. Il tono era solenne: gratitudine verso chi è venuto prima, l’idea di un popolo che “non è rimasto fermo”, che “ha lavorato, combattuto e lottato”, e l’augurio che figli e nipoti possano essere orgogliosi quanto lo sono stati i padri e i nonni. È un linguaggio che colloca il presente dentro una linea lunga, in cui sacrificio e continuità diventano la chiave di lettura di tutto il resto.

Una diretta che è anche un dispositivo politico

Alla fine, l’evento non produce una sola “frase definitiva”, ma una fotografia complessiva. Putin ha ribadito il suo impianto sull’Ucraina e ha spinto forte sul tema delle elezioni e della legittimità di Kiev, aggiungendo la richiesta di includere nel voto anche gli ucraini residenti in Russia e ventilando, in via condizionata, un’attenzione alla sicurezza di un eventuale election day.

Parallelamente, ha lasciato che la Russia quotidiana irrompesse con i suoi messaggi: dal patriottismo alle battute, fino alle lamentele su prezzi, industria e qualità della vita. È proprio questa miscela che definisce la “Linea Diretta”: non una conferenza stampa nel senso classico, e nemmeno un talk show qualsiasi, ma un dispositivo che serve a mostrare un potere capace di tenere insieme guerra, economia e micro problemi.

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Andrea Lucidi - Андреа Лучиди

Andrea Lucidi - Андреа Лучиди

Reporter di guerra, ha lavorato in diverse aree di crisi dal Donbass al Medio Oriente. Caporedattore dell’edizione italiana di International Reporters, si occupa di reportage e analisi sullo scenario internazionale, con particolare attenzione a Russia, Europa e mondo post-sovietico.

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