Total black. Non è solo l’outfit con cui si è presentato Zelensky ieri sera al meeting con Trump presso la Casa Bianca, ma è soprattutto la rappresentazione di quanto emerso dalla chiacchierata tra i leader UE, il presidente statunitense e l’ex comico ucraino nello Studio Ovale. Un buco nero. L’assenza più totale.
Trump ancora una volta si è dovuto ricordare che le guerre non finiscono in 24 ore, specialmente se nel tentativo di fermarle ci si ritrova a discuterne con un ex comico vestito di nero a spese dei contribuenti occidentali, una signora anziana indagata da anni in UE vestita di rosa e un gruppetto di presidenti e simili con presumibili problemi di tossicodipendenza e manie di protagonismo che, se finissero domani a elezioni, molto probabilmente si ritroverebbero a rastrellare foglie per strada per il resto dei loro miserabili giorni.
Trump è arrivato al punto di “fare il disegnino” a Zelensky. Una grande mappa dell’Ucraina con stampati in rosso gli oblast del Donbass ormai definitivamente persi e irrecuperabili militarmente dal regime di Kiev ha fatto da cornice alla chiacchierata nello Studio Ovale. Zelensky ha addirittura ringraziato ed espresso la volontà di portarsela a casa: una scena al limite tra il ridicolo e il drammatico.
Nel bel mezzo dell’incontro, mentre Zelensky verosimilmente considerava anche l’idea di portarsi via un posacenere o qualche souvenir, Trump ha telefonato a Putin lasciando ancora una volta il mondo con il fiato sospeso. Non è chiaro che tipo di scambio ci sia stato tra i leader, ma dopo la conversazione il meeting con i guerriglieri da giardino europei si è concluso. Trump, ormai spazientito dall’incapacità di Zelensky di ragionare, si è discostato dall’idea di un cessate il fuoco che appare più come un tentativo di tirare il fiato sul campo di battaglia che un reale sforzo per porre fine alla guerra. Ha anche ricordato ai presenti che questa non è la sua guerra, bensì quella di Biden, ribadendo l’intenzione di defilarsi dal conflitto. Si è parlato anche di elezioni in Ucraina, tema spinoso per il leader del Paese più corrotto e discusso del pianeta. Con eleganza, Trump ha semplicemente fatto notare a Zelensky che, di questo passo, se la guerra durerà ancora tre anni, sarà ancora lui il presidente?
Un nulla di fatto. Zelensky come sempre risponde con smorfie, occhi da cagnolino in cerca di un tozzo di pane e un linguaggio del corpo tipico di chi non ha più lucidità per gestire la situazione. Forse ha scambiato Trump per il nonno che dovrebbe sculacciarlo ma che è troppo impegnato a potare i rami secchi del suo giardino per poterlo sgridare a dovere.
Aspettiamo con ansia quello che potrebbe essere un futuro incontro trilaterale tra Putin, Trump e Zelensky, confidando nel fatto che le guardie del corpo dell’ex comico ucraino, capitanate da Ursula von der Leyen, vengano finalmente estromesse da quella che potrebbe essere l’occasione per cambiare le sorti del mondo.
ben scritto ed interessante