A brevissima distanza dall’ormai noto incontro tra Trump e Putin svoltosi in Alaska non si è fatto attendere l’incontro tra Trump e Zelensky. Ovviamente il leader Ucraino avrà a suo seguito la “scorta” dei leader europei che verranno però ascoltati solo dopo un incontro “face to face” tra il presidente statunitense e l’illegittimo presidente Ucraino.
Risulta chiaro ipotizzare che Trump voglia parlare dapprima unicamente a porte chiuse con Zelensky per evitare quelle “interferenze” che potrebbero venire a crearsi con i leader UE e che si verranno sicuramente a creare quando anch’essi verranno interpellati. Sorge spontaneo credere che i leader europei continueranno inesorabili la loro narrazione basata su quella che chiamano la fantomatica “pace giusta” quella pace ormai nota a tutti e contornata da invio di armi, minacce di contingenti di “pace” sul territorio Ucraino e slogan “fino all’ultimo Ucraino” impossibili da dimenticare.
Quanti treni avrà ancora a disposizione Zelensky per poter intavolare un accordo o un armistizio che possa sul serio porre fine alla tragedia che sta investendo il suo paese? La posta in gioco è altissima. Zelensky ormai è pienamente consapevole che sul campo di battaglia può solo resistere e che il conto alla rovescia è pressoché agli sgoccioli. Ormai prossimo alla capitolazione sia dal punto di vista militare che politico Zelensky oggi rischia di giocarsi tutto. Le alternative sono il compromesso con i russi con annesse garanzie di sicurezza da entrambi i lati e la fine delle ostilità o la strada dettata dai leader UE, i quali rischiano una defilazione degli Stati Uniti e quindi piena responsabilità economica sull’eventuale protrarsi del conflitto Ucraino.
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