Ipocrisia e propaganda: una risposta necessaria a La Repubblica

4 Agosto 2025 18:21

Oggi il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo e un comunicato in cui denuncia un presunto attacco russo alla propria redazione e alla giornalista Rosalba Castelletti. Secondo la testata, si tratterebbe dell’ennesimo tentativo del Cremlino di intimidire chi fa “giornalismo vero”. Di seguito uno stralcio del comunicato:

“L’attacco del Cremlino a Repubblica e a Rosalba Castelletti per aver dato notizie vere e non smentite né smentibili è solo l’ennesima conferma di come Mosca consideri la libertà di stampa… Conosciamo l’attenzione del regime di Putin per l’Italia, dove peraltro gode della simpatia di chi è quotidianamente impegnato a rilanciare la più trita e improbabile propaganda di Mosca…”

Non risponderò nel merito all’uso strumentale di tre figure politiche come Filippo Sensi, Enrico Borghi e Pina Picierno, da sempre ostili alla cultura russa, convocati per sostenere la censura contro il maestro Gergiev.

Ma non posso restare in silenzio davanti all’ennesima accusa rivolta a chi, come me, documenta il conflitto in Donbass da vicino.

Io non rilancio propaganda. Racconto fatti.

Mi trovo in Donbass per testimoniare direttamente la realtà della guerra. Come altri colleghi, scelgo di raccontare ciò che vedo, non ciò che mi viene imposto. La Repubblica, invece, ha deciso di ignorare sistematicamente il fronte russofono del conflitto, limitandosi a rilanciare i comunicati dell’apparato informativo ucraino senza verificarli.

Nel settembre 2024 mi sono recato nella regione di Kursk per intervistare il generale Apti Alaudinov. Proposi l’intervista a Repubblica. Nessuna risposta.
In compenso, pubblicaste un pezzo a firma Castelletti secondo cui Vladimir Putin sarebbe volato in Mongolia per ottenere un elisir di lunga vita da alcuni sciamani. Questa è la vostra idea di giornalismo?

A questo punto, è necessario porre alcune domande, scomode ma legittime, anche alla luce di un breve video pubblicato dal canale International Reporters Italia:
�� Guarda il video

  • Qual è il rapporto tra La Repubblica e l’organizzazione ucraina PR Army (https://www.pr.army/)?
  • Ricevete direttamente contenuti da Kiev? Se sì, vengono verificati o semplicemente copiati?
  • Esiste un accordo contrattuale o economico tra voi e PR Army?
  • Perché La Repubblica non ha più inviato corrispondenti in Donbass dal 2023, continuando però a pubblicare articoli sulla guerra senza presenza sul campo?

L’ultimo reportage firmato da un vostro collaboratore sul territorio del Donbass risale a febbraio 2023, a firma di Luca Steinmann. Da allora, nessuno della vostra redazione è stato visto da queste parti.

Nel frattempo avete affidato la vostra narrazione a una struttura che si dichiara esplicitamente come “organizzazione di comunicazione militare ucraina”. Lo scrivono chiaramente:

“Diffondiamo la voce dell’Ucraina su scala globale.”

Se questa è la vostra fonte ufficiale, prendo atto.
Ma non accusate chi fa giornalismo indipendente di rilanciare propaganda, mentre voi pubblicate quella degli altri.

Il 25 febbraio 2025, Michele Serra ha firmato un articolo in cui affermava che io avrei consegnato alla portavoce russa Maria Zakharova una lista di nomi falsi, nell’ambito della petizione italiana contro le dichiarazioni del presidente Mattarella.

Peccato che gli unici screenshot pubblicati riportassero firme superiori a 10.000, non ancora validate e mai trasmesse ufficialmente.
Nessuna rettifica. Nessuna verifica. Solo fango mediatico.

Ovviamente, nessuno della redazione si è presentato alla mia conferenza stampa a Genova per chiarire i fatti.
Troppo impegnati a rilanciare la propaganda ucraina confezionata da PR Army.

Se davvero credete nella libertà di stampa, fate giornalismo. Venite a vedere, a toccare, a documentare.
Scrivete dal fronte. Non da un ufficio.

 

IR

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