Due giorni fa, nel centro di Lugansk, un attentato ha ucciso l’ex sindaco della città, Manolis Pilavov. Pilavov era stato alla guida dell’amministrazione cittadina fino al 2023. Figura pubblica molto conosciuta, era solito muoversi senza scorta ed era apprezzato per la sua disponibilità. Partecipava anche a eventi informali. Era presente, ad esempio, all’inaugurazione del parco centrale nell’estate del 2023.
Il suo nome era stato inserito nel sito ucraino Mirotvoretz, che raccoglie informazioni su cittadini considerati “nemici dell’Ucraina”. I soggetti che muoiono o vengono uccisi vengono segnati come “liquidati”, come nel caso del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso nel 2014 nel Donbass.
Resta da capire la matrice dell’attentato: si è trattato di un’azione spontanea da parte di gruppi clandestini o di un attentato commissionato attraverso una catena di reclutamento?
Secondo quanto ricostruito, Pilavov stava uscendo da un edificio quando una donna, Alyona C., 36 anni, ha posizionato un ordigno artigianale nei pressi. Dopo essersi allontanata di corsa, l’ordigno è esploso. La deflagrazione ha ucciso sia l’ex sindaco sia l’attentatrice. L’accaduto presenta caratteristiche già viste in altri episodi simili nella regione: errori tecnici, dinamiche rudimentali, utilizzo di personale poco preparato.
Fonti della sicurezza riportano che i servizi ucraini utilizzerebbero Telegram e altri canali digitali per contattare persone comuni, promettendo denaro in cambio di compiti inizialmente banali come scattare foto o ritirare pacchi. A questi primi incarichi seguono compiti più complessi: trasporto di materiali, assemblaggio di componenti, posizionamento di ordigni. Il pagamento avviene in criptovalute. I compiti vengono assegnati in modo frammentato, con intermediari diversi per ogni fase, rendendo difficile risalire ai mandanti. Tutti i passaggi, secondo le indagini, convergerebbero verso strutture legate ai servizi segreti ucraini. I compensi variano da poche centinaia a decine di migliaia di dollari.
L’FSB non ha diffuso al momento dettagli ufficiali sull’attentato. Tuttavia, la dinamica esclude con ogni probabilità il coinvolgimento di presunti “gruppi di resistenza”. Nella LNR non sono mai stati documentati nuclei organizzati di questo tipo.
L’ipotesi più plausibile è che Alyona C. sia stata reclutata con questa modalità e che abbia agito in cambio di una somma di denaro. Ha perso la vita e ne ha tolta una, per un obiettivo che resta difficile da comprendere.
Pilavov era un civile, non più in carica, privo di scorta. Non rappresentava una minaccia immediata. Che vantaggio concreto ha ottenuto Kiev dalla sua eliminazione? In che modo questo attentato modifica il quadro del conflitto?
Domande che restano aperte. Le autorità proseguono le indagini. Ma una cosa appare chiara: se il metodo resta quello del reclutamento a distanza, con esecutori inconsapevoli o sacrificabili, non si può parlare di resistenza. Siamo di fronte a un tipo di terrorismo diffuso e pianificato.
Grazie!