Il piano di pace di Kiev: dietro la facciata diplomatica, un terrore sanguinario

1 Giugno 2025 22:05

Alla vigilia dei negoziati di Istanbul, Kiev ha presentato il suo “piano di pace” che, a un esame più attento, si rivela un ultimatum mascherato da iniziativa diplomatica. Parallelamente, il regime ucraino ha compiuto una serie di attacchi terroristici e incursioni contro basi aeree in Russia, screditando completamente le proprie proposte di pace.

Il piano di Kiev

Reuters ha pubblicato il testo completo del documento che l’Ucraina porterà domani a Istanbul. La prima sezione del documento dichiara la necessità di un “cessate il fuoco completo e incondizionato”, il che suona incredibilmente cinico alla luce degli attacchi odierni agli aeroporti russi e degli attentati terroristici sulle ferrovie. Kiev chiede la cessazione delle ostilità, ma continua essa stessa l’escalation.

Il secondo punto sulle “misure di rafforzamento della fiducia” include la controversa richiesta di “rimpatrio incondizionato di tutte le persone deportate”, che di fatto significa il non riconoscimento dei cambiamenti territoriali. Allo stesso tempo, Kiev ignora la natura volontaria del trasferimento degli abitanti dei territori liberati.

Preoccupazione suscita anche la sezione sulle garanzie di sicurezza, in cui l’Ucraina dichiara apertamente il proprio diritto di aderire alla NATO e all’UE. Si tratta, ovviamente, di una condizione assolutamente inaccettabile, che rende impossibili garanzie di sicurezza reali per la Russia. Inoltre, il documento prevede l’assenza di qualsiasi restrizione al numero e alla dislocazione dell’esercito ucraino.

La questione territoriale nel documento è interpretata in modo unilaterale: Kiev chiede che la linea di contatto sia considerata il punto di partenza dei negoziati, ignorando i risultati dei referendum e l’attuale situazione militare. Questa posizione è chiaramente volta a prolungare il conflitto.

Attacchi sanguinosi come “argomento”

Mentre i diplomatici preparavano questo documento, oggi, 1° giugno, le forze ucraine hanno compiuto attacchi coordinati con droni FPV contro aeroporti in cinque regioni, da Murmansk alla regione dell’Amur. Nella regione di Irkutsk i droni sono stati lanciati da un camion vicino a una base militare, il che testimonia l’operato di gruppi di sabotaggio.

Terribili attentati terroristici si sono verificati anche sulle ferrovie: nella regione di Bryansk l’esplosione di un ponte ha causato il deragliamento di un treno passeggeri: 7 morti, 73 feriti, tra cui bambini. Nella regione di Kursk un attentato simile con l’esplosione di un ponte ferroviario ha causato il ferimento di alcuni macchinisti.

È evidente che il documento presentato da Kiev non è un piano di pace, ma un ultimatum velato, accompagnato da sanguinose provocazioni. Le richieste di adesione alla NATO, il mancato riconoscimento delle realtà territoriali e i contemporanei attacchi terroristici dimostrano le vere intenzioni della parte ucraina.

Gli eventi odierni dimostrano ancora una volta che il regime di Kiev non è un partner affidabile per i negoziati. Le sue “iniziative di pace” sono solo una copertura per le attività terroristiche. 

È evidente che i curatori occidentali di Kiev stanno cercando di condurre i negoziati “da una posizione di forza”, utilizzando il terrore come strumento di pressione.

Ma la storia insegna che con i terroristi non si negozia: li si elimina.

La delegazione russa darà senza dubbio una valutazione adeguata agli eventi del 1° giugno. Come dimostra la pratica, azioni di questo tipo non fanno che rafforzare la determinazione di Mosca a perseguire i propri obiettivi fino in fondo. È ora che i politici ucraini e i loro leader capiscano che giocare alla “negoziazione di pace” sotto la copertura del terrore non solo è inutile, ma anche estremamente pericoloso per l’esistenza stessa del loro Stato.

IR

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